Mediterranea Saving Humans nasce il 4 ottobre 2018. Era durante il Conte 1, c’era Salvini al Ministero dell’Interno e Meloni all’opposizione che seminava disinformazione e odio verso le persone migranti e il soccorso in mare, cosa che comunque non è cambiata.
Dicevamo, Mediterranea Saving Humans nasce ad ottobre, poco prima del primo decreto sicurezza. Anzi Mediterranea nasce ancora prima, da un’idea dell’estate del 2018 mista all'indignazione di fronte alle migliaia di morti nel Mediterraneo e alla politica dei porti chiusi. Prima che arrivasse la Mare Jonio, la nostra nave di ricerca e soccorso, ero andata a sentirli a Bologna durante quell’estate del 2018 quando vennero a parlarci del progetto. Ricordo benissimo quella notte. Ero spiazzata dall’umanità così semplice e senza complicazioni: le persone sono in difficoltà, rischiano la morte per cui occorre che facciamo la nostra parte per soccorrere. Non c’erano eroismi o altro, semplicemente era una cosa che andava fatta. Dall'unione di persone e realtà associative, con il contributo della società civile, Mediterranea si è organizzata e in breve tempo ha messo in mare la prima e tuttora unica nave di soccorso civile battente bandiera italiana. Poi negli anni sono partite anche le missioni sulla rotta Balcanica e le staffette in Ucraina oltre a tantissime attività che i nodi di terra svolgono nelle città con le energie di persone comuni che fanno molta più politica, quella bella e seria, di chiunque abbia abitato i palazzi del potere negli ultimi anni.
Ma come spesso accade dove c’è una cosa bella, utile e giusta, il governo è pronto ad ostacolarla. La Mare Jonio ha effettuato l’ultimo soccorso il 15 gennaio 2022 sottraendo 214 persone dalla morte certa del Mediterraneo. Da un po’ di tempo la flotta civile ha concluso le formazioni ed è pronta a ripartire, ma la partenza è stata sempre posticipata attraverso la grande piaga della burocrazia. Fino al colpo del governo di oggi.
Per prima cosa va detto che la nave è riconosciuta come ben equipaggiata per l'attività di ricerca e soccorso (SAR) ed è stata certificata del Registro Navale Italiano (RINA). Tuttavia, gli è stata negata la certificazione come nave da salvataggio. Dicono che non risponderebbe a particolari caratteristiche tecniche, criteri di due circolari emanate dalle autorità nel dicembre 2021 e febbraio 2022 (e con la sorpresa di assolutamente nessuno si tratta di circolari del Governo Draghi).
E ora, con una nuova circolare valida solo per le navi di soccorso con bandiera italiana, viene autorizzata la navigazione della Mare Jonio ma vietato di portare equipaggiamento di salvataggio.
Cosa dovrebbe fare una nave di soccorso senza l’equipaggiamento di salvataggio?
Nella richiesta è precisato che occorre "rimuovere dalla nave prima della partenza le attrezzature e gli equipaggiamenti imbarcati a bordo per lo svolgimento del servizio di salvataggio". Si tratta di salvagenti, battelli gonfiabili, farmaci ed equipaggiamenti medicali e quant'altro è necessario per salvare vite umane in pericolo, come riferisce Mediterranea. La pena per l’inosservanza dei provvedimenti dell'autorità prevede l'arresto fino a tre mesi e sanzioni pecuniarie.
Tutto questo non ha senso, se non per il fatto che questo Governo si oppone al soccorso di vite in mare e lo fa intimidendo e oltraggiando l’unica nave battente bandiera italiana. Non ha senso perché non molto tempo fa il Governo aveva chiesto aiuto alle navi civili per le operazioni di soccorso, per cui che senso avrebbe ostacolare la nostra? Ma questo è in linea con la loro propaganda, per far vedere un pugno duro che non è utile a nessuno.
Conosco Mediterranea e il coraggio di cui sono capaci. Non si fermeranno e lo hanno già reso noto con un comunicato. Qui si fa chiede di essere al loro fianco, perché in mezzo a tutta l’insofferenza proposta dai governi la Mare Jonio deve stare nel Mediterraneo a svolgere il suo lavoro. Per le di vite che potrebbero essere salvate. Perché è una cosa che va fatta e basta.
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