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  • Immagine del redattoreStefano Catone

Alpine Connections: l’incredibile impresa di Kilian Jornet per svelare la crisi climatica



Esiste un prima e un dopo. Una prima e un dopo rispetto a quel che ha fatto Kilian Jornet negli ultimi venti (diciannove, per la precisione) giorni. L’atleta spagnolo ha compiuto un’impresa alpinistica che segna un prima e un dopo e i numeri parlano da se: in 267 ore di attività, riposando poco più di 5 ore al giorno, superando un dislivello positivo pari a oltre 75mila metri, Jornet ha toccato tutte e 82 le vette delle Alpi più alte di 4.000 metri. Un’impresa straordinaria, portata a termine utilizzando solamente l’energia sprigionata dal suo corpo, vale a dire a piedi e in bicicletta.

Alpine Connections - così è stata battezzata - è un’impresa fisicamente mostruosa, per molti inconcepibile anche solo sulla carta, così come risultano inconcepibili grandezze e dimensioni che non hanno a che vedere con la vita umana. “Questa è stata, senza dubbio, la cosa più impegnativa che abbia mai fatto in vita mia”, ha dichiarato Jornet, “a livello mentale, fisico e tecnico. Ma anche la più bella”.

Jornet si è spinto al limite delle sue possibilità facendosi contemporaneamente carico di mostrare il limite “ambientale” che stiamo superando, il punto di non ritorno dell’emergenza climatica, che si svela ancor di più ai nostri occhi nelle terre alte.

“Come sempre hai mostrato una visione aperta verso il futuro del nostro sport”, ha commentato l’alpinista Hervé Barmasse, mettendo in luce la straordinaria “espressione di immaginazione e grande creatività” che Alpine Connection rappresenta. E infatti l’impresa di Kilian Jornet ci trasmette un ulteriore messaggio, forse il più potente: in un’epoca in cui la ricerca del limite, della grande prestazione alpinistica e quindi sportiva, è ancora collocata in luoghi remoti della terra - si veda su tutti la mai sopita corsa agli ottomila Himalayani -, e in cui lo sport che fa notizia spesso corre su binari paralleli rispetto a quelli dell’emergenza climatica e dei diritti delle persone, Jornet dimostra che tutto ciò è possibile sulle montagne di casa, a impatto ambientale sostanzialmente nullo, con una spedizione ultra-leggera – molte cime le ha raggiunte insieme al suo team, altre con amici, altra ancora da solo. Un modo diverso di intendere la prestazione sportiva e di vivere la montagna che in alcun modo limita la prestazione sportiva ma che, anzi, fissa dei nuovi traguardi e dei nuovi standard e metodi per raggiungerli.

Per approfondire: I ghiacciai raccontano, di Giovanni Baccolo.

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