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  • Immagine del redattoreDavide Serafin

Arrivano i dinosauri



Se il bel tempo si vede dal mattino, allora sarà tempesta. Il nuovo governo si va profilando e sui giornali impazza il toto-ministri. Dov’è la novità? Bè, nessuna novità, naturalmente. Si tratta di un passato che non passa mai, che rientra prepotentemente dalla porta principale per costringerci sul sentiero sbagliato, quello che conduce dritto all’aumento di temperatura media globale di +4 gradi.


Paolo Scaroni, classe 1946, è il nome che circola per il Ministero dell’Energia. Ex presidente di Enel ed Eni, vicepresidente della Banca d’Affari Rothschild, è un uomo al di dentro di ogni sospetto. Da sempre in area berlusconiana, è un convinto sostenitore del fossile e persino del nucleare. Nel settembre del 2021 si era così espresso: «Sul nucleare condivido quanto ha detto il ministro Cingolani. Non si può escludere a priori una tecnologia che annulla le emissioni di anidride carbonica», salvo poi ammettere che il nostro paese ha difficoltà a scegliere dove mettere il deposito nazionale delle scorie prodotte dal nucleare dismesso da quasi quarant’anni. Di certo non si può dire che abbia cambiato opinione. Nel 2013 aveva detto, «abbiamo investito in modo dissennato nelle energie rinnovabili, eravamo ubriachi?» definendo queste tecnologie «vecchie, costose e inefficienti, creando un peso sul consumatore e sulle industrie spaventoso che durerà per i prossimi 15 anni». Si dà il caso che da allora il paese ha smesso davvero di investire in fonti di energia rinnovabile, auto condannandosi alla dipendenza dal gas russo.


D’altronde cosa aspettarsi dal firmatario dell’accordo tra ENI e Gazprom nel 2006? «Un passo fondamentale per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico del nostro paese», sentenziò. L'intesa definita “storica” - firmata mentre a capo del governo vi era Romano Prodi - era volta a creare una vera e propria alleanza tra i due gruppi per realizzare progetti comuni nel downstream del gas e nella cooperazione tecnologica. La durata dei contratti con Gazprom venne così estesa fino al… 2035. Strano che oggi si dica contrario al tetto del gas, non trovate?

Il paese ha proprio bisogno di uno come lui.

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