Ho letto un libro importante. Di un amico che ho conosciuto da editore e ritrovo da autore. Scrivo prima ancora di leggerne l'ultimo capitolo, perché sento che è necessario farlo: lì fuori c'è una lotta da inventare, e questo è uno strumento da valorizzare. Il libro si intitola semplicemente Franco Basaglia. La libertà è terapeutica e l'ha scritto Francesco Foti che è una delle anime della casa editrice People, che appunto lo pubblica. Di Basaglia si sanno tante cose. Se non fosse morto tanto, troppo tempo fa, quest'anno avrebbe compiuto cent'anni, e anche per questo si è tornati giustamente a parlare della sua opera titanica di liberazione dei matti e della psichiatria. Ora, Basaglia è una figura immersa nel Novecento, mentre Franz Foti è uno splendido quarantenne del 2024. Ma questo è il primo dato sorprendente: la naturalezza con cui Foti avvicina un pensiero e un percorso tanto temporalmente distanti fino a renderli culturalmente coevi e compagni, è davvero strabiliante. Di Basaglia questo libro ripercorre la vita (non sapevo fosse stato rinchiuso nelle galere fasciste), analizza il pensiero (con tante, spiazzanti citazioni) ma soprattutto illumina la pratica. Fa il suo mestiere insomma, ma lo fa con una sapienza particolare, una sensibilità che è davvero preziosa in questi tempi di derive violente che ci interrogano a fondo sul come reagire e il che fare.
La sapienza è questa: tutto è storia in questo libro, non c'è una riflessione che non abbia un corrispettivo pratico risalente a tanto, ma davvero tanto tempo fa. Si parla di anni Sessanta, Settanta, Ottanta, sono passati sessanta, cinquanta e quarant'anni. Nel libro, la storicizzazione radicale di ogni pensiero è approfondita ulteriormente dal ricorso alle memorie familiari dell'autore, il cui nonno fu infermiere proprio nel manicomio di Trieste protagonista della “liberazione” basagliana. Eppure, la storicizzazione radicale perseguita da Foti non fa perdere una sola goccia di energia al pensiero e alle azioni che descrive: ogni riga è carburante per il presente, il futuro, il tempo nostro che è sempre tempo di liberazione necessaria.
La magia di Basaglia, raccontata magicamente da Foti, è il pensiero che accetta fino in fondo la realtà, non per subirla ma per cambiarla. E la cambia. E l'ha cambiata. La liberazione c'è stata e quindi potrà esserci. I manicomi hanno chiuso, la psichiatria è stata messa a testa in giù, e questo è un esempio per ogni campo e ogni disciplina: Basaglia è stato uno psichiatra, ma la sua pratica di liberazione non parla solo di psichiatria. Parla di istituzioni chiuse che vanno aperte e liberate. Parla di potere che si sostituisce al sapere. Parla della necessità di restituire al gran mare dell'umano le isole in cui la tecnica si isola. Franco Basaglia. La libertà è terapeutica è la storia di una liberazione, perché parla di tutti noi, normali o matti, e delle tante volte in cui accettiamo i dogmi del potere: “Bisogna entrare ovunque, riparlare di tutto” si dice nel libro. E poi, citando Basaglia: “Cambiare significa pazienza, lavoro quotidiano, durissimo”. E ancora: “La cultura di riferimento sia sempre quella di un passaggio di sapere e non di un passaggio di potere”.
Leggendo il bel libro di Foti mi sono trovato a riflettere su questi miei mesi di rivolta contro il mondo in cui mi ero accomodato: il mio giornale, i grandi gruppi editoriali, la serenità inumana con cui hanno accompagnato il massacro inaccettabile di Gaza. Ringrazio Francesco perché mi ha fatto capire una cosa: ero prigioniero di un'istituzione chiusa, in cui circola potere al posto di sapere, in cui una manina può intervenire in barba a ogni logica, ogni etica, ogni umanità solo perché occupa (chissà perché) la casella in cima alla piramide. Al tempo di Basaglia i primari di manicomio riducevano esseri umani a tranquilli, sudici e agitati, oggi i direttori di giornale riducono il genocidio a ordinaria amministrazione. Non credo ci sia molta differenza. E non credo sia molto diversa l'opera di liberazione che questo scivolamento nell'inumano richiede a tutti noi. Per chiunque abbia a cuore la propria e l'altrui dignità, questo libro di Francesco Foti è una preziosa, impagabile fonte di ispirazione.
Comments