"Bostrico, flagello senza fine a Nord Est". Titolano così, oggi, i quotidiani del nord-est, dedicando un lungo articolo all'infestazione da bostrico che sta cambiando il volto alle Alpi e alle Prealpi, "disseccando" gli abeti rossi. Una questione dalle ricadute devastanti e a cui sembra, per ora, che non si sia trovato un rimedio.
Fino a poco più di un anno fa non avevo idea di cosa fosse il bostrico. L'ho conosciuto solo quando il giornalista e dottore forestale Luigi Torreggiani mi scrisse di voler realizzare, insieme a Pietro Lacasella, un viaggio-reportage nel nord-est, sulle tracce del piccolo coleottero. Luigi mi scriveva che eravamo, già un anno fa, di fronte a "una vicenda di grande impatto e di estrema attualità (paesaggistica, naturalistica, economica e sociale) ma anche interessante a 360 gradi perché è strettamente legata alla crisi climatica (l'infestazione è esplosa dopo la Tempesta Vaia, ma è dilagata a causa di siccità e alte temperature) e al tempo stesso al tema delle monocolture. L'abete rosso è stato infatti piantato in passato anche al di fuori del proprio areale per motivazioni economiche, ma oggi sta andando in netta crisi, non solo in Italia. Insomma - concludeva Luigi questa vicenda ci sembra molto interessante e ci piacerebbe affrontarla raccogliendo pareri e interviste nelle zone colpite, alternando le nostre voci: la mia più tecnico-scientifica, quella di Pietro più antropologica".
Oggi il bostrico occupa le pagine dei giornali e attira l'attenzione di chi, in montagna, scorge enormi porzioni di vallate che una volta erano verdi e lussureggianti, ora rossastri e smunti.
"Per comprendere come si è arrivati a questo punto - scrive Sergio Frigo negli articoli pubblicati in data odierna - perché non si è riusciti a fermare un contagio che già all’indomani di Vaia era dato per scontato e quali effetti tutto questo sta provocando e provocherà sull’ambiente naturale e nelle comunità umane delle Prealpi e delle Alpi (oltre che nell’immaginario collettivo, visto che a seccarsi e morire è l’emblema del paesaggio montano e… del Natale) si rivela prezioso il libro Sottocorteccia – Un viaggio tra i boschi che cambiano (Ed. People, pp. 304, € 16). [...] Si tratta - prosegue Frigo - di un documentatissimo reportage scritto in forma di diario/dialogo fra i due autori, che non è solo una vera e propria "enciclopedia" del Bostrico, ma una riflessione più ampia sulla montagna italiana e il suo possibile futuro, e più in generale "sulla complessità dei meccanismi che regolano le sorti della convivenza fra Foreste, Uomini e Insetti", come scrive nella postfazione proprio Massimo Faccoli (la prefazione è di Marco Albino Ferrari)".
In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale l'emergenza climatica, che si manifesta con l'innalzamento delle temperature medie e con lo scatenarsi sempre più frequente di eventi meteorologici estremi. Vaia, da questo punto di vista, è stata un formidabile combustibile per far divampare l'incendio. E' questo il sentiero tracciato dai combustibili fossili, lungo il quale ci stiamo avvicinando - e superando - a troppi punti di non ritorno.
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