Arturo Scotto, deputato del Partito Democratico ci informa sui social in tempo reale sull’andamento del dibattito alla Camera di stamattina, 11 settembre 2024: “La destra boccia tutti gli emendamenti dell’opposizione sullo Ius Scholae. Forza Italia inclusa. Dicono: non è il momento. Come sempre i dibattiti agostani si infrangono davanti alla disciplina di governo. Purtroppo in mezzo c’è il destino delle persone. Un giochetto cinico".
Non è una gran sorpresa, si sapeva che aspettare Tajani non era una grande idea e che la sua proposta, nonostante il nome accattivante, era quasi peggiorativa se riferita ai requisiti attuali per l’acquisizione della cittadinanza da parte dei minori.
Ma rispetto al dibattito agostano c’è una novità.
Dal 6 settembre si può firmare online una proposta referendaria che consentirebbe, con una semplice modifica della normativa vigente, di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza necessari per fare domanda di cittadinanza, con immediato effetto anche sui figli di chi la acquisirebbe.
Sembra poco, ma sarebbe un cambiamento epocale, oltre che ragionevole, in attesa di tutti questi “ius” che sembrano più slogan astratti che iniziative concrete e soprattutto fattibili.
Eppure, nonostante tutti i partiti e le organizzazioni di ogni tipo siano stati informati, ancora nessuno, e nessuna, ha preso una posizione ufficiale.
Come se la proposta referendaria non esistesse.
Cosa dobbiamo pensare?
Che i dibattiti settembrini si infrangono di fronte alla disciplina di opposizione?
Perché purtroppo, in mezzo, c’è sempre il destino delle persone, che invece, ostinatamente, esistono.
Firmiamo, proviamo a cambiarlo questo destino.
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