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  • Immagine del redattoregiuseppe civati

Faccia da Braveheart


Matteo Salvini, forse memore dei tempi in cui era padano-non-italiano, quando si baloccava tra un’ampolla e l’altra, vive in un mondo popolato da elfi e da folletti, che guidano i treni e progettano opere pubbliche le più fantasiose. Il 90% dei treni arrivano in orario, proclama, salvo che le statistiche, oltre che le esperienze di ciascuno di noi, dicano platealmente il contrario.


Come nell’episodio della maglietta di Putin, che un Salvini polacco gli ha mostrato quando intrepido il ministro si era recato al confine con l’Ucraina nei giorni immediatamente successivi all’invasione di Putin (suo carissimo amico), c’è da riconoscergli che del suo passato separatista gli è rimasta quella faccia da Braveheart, altrimenti detta “di tolla”, che gli consente di celebrare i più clamorosi insuccessi, sbugiardandosi da solo con l’entusiasmo delle prime volte. Siamo certi che arriverà presto al 100% dei treni in orario, anche per via dell’epoca di «quando c’era lui», e che la sua carriera continuerà, mietendo disastri, con la gioia di sempre.


Chissà se farà il Ponte (agli antipodi della Padania del tempo che fu): nel frattempo, pontifica tantissimo.

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