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  • Immagine del redattore Paolo Cosseddu

Fratelli coltelli


Unione Popolare ha annunciato di aver raccolto le firme necessarie e quindi sarà in gara alle prossime elezioni, nel frattempo i suoi militanti sparsi sui social hanno messo in chiaro quale sarà la loro strategia: attaccare tutti quegli altri che pur essendo anche loro di sinistra non sono dentro l’Unione Popolare stessa. E pure Conte, oggetto un paio di giorni fa di qualche commento velenoso da parte di De Magistris, il cui nome campeggia nel simbolo della lista e per questo evidentemente si sente autorizzato a parlare a ruota libera: giorni fa ha preso posizioni velatamente no-vax e la nebulosa di profili e soggetti vicini a UP si è precipitata a dire che di questo non vi sarebbe stata traccia nel programma. Poi il programma è uscito, e a dire il vero il riferimento contro le “limitazioni della libertà” è abbastanza evidente. Comunque, il punto è che UP con il M5S ci sarebbe voluto andare, ma Conte a quanto pare ha preferito di no, e quindi è finito nel mirino. Sotto ai post a tema “cosa fa la sinistra” molti avrebbero voluto una sinistra unita con dentro tutto quello che sta da quel lato del Pd, ovviamente Pd escluso, e quelli di UP si devono affannare a spiegare che il M5S non li ha voluti, mentre quegli altri sono dei venduti al sistema capitalistico. Una faticaccia, ma del resto hanno a che fare con una clientela notoriamente molto esigente.


La stessa cosa avviene dall’altro lato – sempre del Pd – nel senso che anche la campagna di Calenda è tutta concentrata contro quel centrosinistra con cui aveva inizialmente firmato un accordo. Contro Letta, ma anche contro Emma Bonino, che poi era quella con cui aveva fatto cartello per evitare di raccogliere le firme. Rotto il patto con lei, ha incontrato sulla strada che portava fuori dal Parlamento – nel senso che divisi nessuno dei due probabilmente avrebbe avuto la speranza di raggiungere la fatidica soglia di sbarramento del 3 per cento – l’altro leader dell’area politicamente in teoria a lui più affine e al tempo stesso più indigesto, Matteo Renzi. La prospettiva del cupio dissolvi ha dissolto anche le loro divergenze e ne è nato un nuovo accordo, anche questa volta piuttosto vantaggioso per Calenda che ha ottenuto la leadership (che non si dica che non è un buon negoziatore, forse solo un filo bizzoso, ma giusto un filo). Con Calenda come frontman, Renzi stava tenendo un profilo insolitamente schivo per le sue abitudini, finché la candidatura offerta dal Pd al virologo Crisanti non lo ha fatto sbroccare. Per il resto evita di sporcarsi le mani, anche se alcune chat private divenute pubbliche raccontano di squadrismi scientificamente ordinati, se non suoi certamente di persone del suo partito.


Di fronte a un tiro incrociato simile, le solite beghe interne del Pd sono passate in secondo piano, almeno per un po’: la composizione delle liste è stata il consueto bagno di sangue, con strascichi. Di un giovane – secondo gli standard Dem, perché in realtà è quasi trentenne –, candidato in buona posizione in Basilicata, si è scoperto che nel passato aveva scritto cose contro lo stato di Israele. Se ne sono occupati soprattutto i liberal presenti su Twitter, social network in cui sono mostruosamente sovrarappresentati, e nel suo caso non hanno usato la comprensione della giovane età, in cui può capitare di dire cose su cui poi si cambia idea, che avevano applicato agli apprezzamenti della diciannovenne Giorgia Meloni per Mussolini, no: lo hanno menato e menato finché alla fine non ha annunciato la rinuncia. Forse con la leader di Fratelli d’Italia non ci sarebbero riusciti, ma sarebbe stato bello vederli almeno provare. Invece, sono molto impegnati a cercare nuove tracce imbarazzanti di altri ignari candidati negli oscuri archivi del web.


Se, leggendo fin qui, in tutto questo racconto vi è sorta l’impressione che manchi qualcosa, avete ragione: manca la destra. Sapete, quella destra piuttosto fascistella che molto probabilmente sta per vincere largamente le elezioni? Quella. Non interessa a nessuno, o meglio, i sondaggi dicono che interessa e molto a una parte del Paese che la voterà, curiosamente invece non sta nei radar di quasi nessuno di quelli che dichiarano di volerla fermare. Sono troppo concentrati a randellarsi tra loro. Qualcuno deve aver pensato che è un buon piano.

 

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