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  • Immagine del redattoreEnzo Di Salvatore

Giù le mani dal Borsacchio



Perché una riserva naturale a pochi giorni dal voto diventa così importante? Non che non lo fosse in precedenza, ovviamente: solo che è il Borsacchio è al centro di un conflitto tra Meloni e la "sua" giunta regionale abruzzese. Enzo Di Salvatore spiega perché.


La legge della Regione Abruzzo che ha tagliato la Riserva del Borsacchio viola la Costituzione: lo dice il Ministero della cultura alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Perché? Per tre ragioni.

La prima è quella che smentisce quanto finora sostenuto dal centrodestra, e cioè che aver soppresso la riserva non significhi far venire meno la tutela paesaggistica: l’applicazione dell’art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio - chiarisce il Ministero - presuppone pur sempre che esista una riserva. E in questo caso la riserva non c’e più.

La seconda ragione è quella che è stata affacciata da me e da altri sin dall’inizio di questa vicenda, e cioè che la legge sia illegittima perché non ha rispettato il procedimento, ossia è stata approvata senza coinvolgere gli enti territoriali interessati (in questo caso, né il Comune di Roseto né la Provincia di Teramo).

La terza ragione è quella, credo, più grave: il Ministero dice che la legge regionale, nel prevedere che in Abruzzo si possano effettuare interventi straordinari di ampliamento in materia di edilizia in deroga ai regolamenti comunali e agli strumenti urbanistici e territoriali comunali, provinciali e regionali, finisce per innescare un mix micidiale proprio con riguardo al territorio interessato dalla Riserva: il mix è dato dal combinato disposto della riduzione della riserva, da un lato, e dalla possibilità di derogare al regolamento comunale di Roseto e ai piani urbanistici, dall’altro. Il risultato è che nei territori interessati dalla Riserva del Borsacchio non solo non ci sarà più alcuna tutela paesaggistica, ma si potrà persino cementificare senza dover rispettare alcuna regola.

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