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Immagine del redattoregiuseppe civati

Grazie di quorum (con una precisazione sul prossimo, di quorum)



Le 500.000 firme per la cittadinanza – che stanno già diventando 600.000 e cresceranno ancora – sono un messaggio meraviglioso alla politica italiana, che su questi temi ha fatto cacare (termine tecnico) per trent’anni, proprio da quel 1992 in cui la legge sulla cittadinanza cambiò.

Aleggia una preoccupazione, però, che va chiarita: molti commentatori – a cominciare da Marco Travaglio – sostengono che il quorum non si raggiungerà, una volta arrivati a votare nelle urne.

Si segnala anche la presenza di ultradestri scatenati, sui social, sotto ai post di giubilo per il raggiungimento (e superamento) delle 500mila firme: «tanto non raggiungerete mai il quorum», dicono in coro.


Per prima cosa, stando sul contenuto di questo quesito, già si è smentita, e nel giro di pochi giorni, la fosca profezia sulla raccolta, a cominciare da tutti quegli autorevoli commenti sul fatto che agli italiani non interessa certo dare cittadinanza agli stranieri che sono svaniti come lacrime nella pioggia. La puerile reazione di far diventare virale l’hashtag #bastane*ri la dice lunga sul senso di frustrazione dei razzisti di ogni risma.

Ma c’è un altro fondamentale elemento da considerare, che curiosamente si finge di non prendere in considerazione.


Come forse ricorderete, nel 2025 si voterà anche per il referendum sull’autonomia differenziata e sul lavoro, quindi non ci sarà solo il referendum sulla cittadinanza. Come spiegavamo all’inizio di questa campagna ai promotori degli altri referendum, il quesito sulla cittadinanza andrà ad aumentare una partecipazione che ci si augura molto consistente, in ragione dei temi che sono già in campo. Anche la distribuzione territoriale delle firme, tra cittadinanza e autonomia, lo conferma.

La destra probabilmente diserterà le urne provando a far fallire tutte le operazioni, ma c’è un ma: perché la cittadinanza contribuisce a polarizzare e non necessariamente sulle stesse linee di polarizzazione degli altri referendum, portando quindi più partecipazione e non meno, come qualcuno temeva.


Tutto ciò dipenderà, per tutti i quesiti, dal passaggio alla Corte costituzionale, ovviamente, perché i referendum dovranno passare il vaglio dei giudici della Consulta. Ma il quorum è più raggiungibile in una stagione referendaria così importante e in un passaggio di medio termine, rispetto alla legislatura in corso, in cui governa l’estrema destra del decreto sicurezza e di mille altre cose fascistoidi.


Grazie di quorum, quindi, e insistiamo.

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