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  • Immagine del redattoregiuseppe civati

Il complotto ecologista che ci vuole



Pare ormai chiaro che questo governo sulle questioni climatiche continuerà a traccheggiare e, ove possibile, continuerà a negare il problema e la gravità della situazione.


I capitoli di questa storia sono ormai noti: la guerra alle auto elettriche e alle “imposizioni” europee, l’evocazione di complotti cinesi e thunberghiani, le frasi di circostanza ai convegni internazionali, un piano per le infrastrutture anni Cinquanta (del secolo scorso) vanno a comporre una vera e propria strategia negazionista.


Nel frattempo, al Nord la sofisticata strategia di chi governa si traduce in una sorta di danza della pioggia per risolvere il problema della penuria di acqua.


La risposta degli ecologisti però è ancora debole, frammentata, episodica. E invece ci vorrebbe un piano. Una cospirazione positiva o se preferite – così ci capisce anche Meloni – un complotto, alla luce del sole, però.


Partirei da due azioni semplici.


Un tavolo verde ed ecologista in ogni città, con tutti i soggetti interessati d’ogni genere e tipo, per “imbrattare” (verbo del momento) di proposte e di cose da fare i consigli comunali, i giornali e le tv locali. Ci si vede il primo venerdì del mese, tutti quanti e ci si dividono i compiti.


La promozione e la costituzione di comunità energetiche, chiave politica e amministrativa tra le più nitide dal punto di vista ideale e insieme concrete dal punto di vista energetico (e del risparmio economico).


Sappiamo già tutto e abbiamo le prove, per parafrasare la celebre espressione pasoliniana. Fare più di qualcosa è la necessaria conseguenza. Altrimenti di conseguenze ce ne saranno di enormi e poi, a un certo punto, non ce ne saranno più.

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