Paolo Nori tanti anni fa venne a trovarci ad Albinea, in Emilia, e lo raccontò sul Foglio. Lo ripresi qui, perché mi piacque il suo tono canzonatorio e però molto curioso di ciò che gli era toccato sentire.
Si parlava, in quella occasione come in ogni PolitiCamp (il prossimo sarà a Reggio Emilia a metà giugno), di molte questioni talmente urgenti che pareva non occuparsene nessuno – in particolare chi parla un giorno sì e un giorno no di "emergenza" aggiungendovi mille punti esclamativi.
Nori si piantò, nell’ascolto, proprio sul tema del dissesto idrogeologico, questione certamente noiosa per chi amministra il nostro territorio. Talmente noiosa che è ancora tutta lì da affrontare. E ogni volta, poi, si chiama all’"emergenza", mentre i punti esclamativi finiscono sott’acqua.
Scrisse Nori, e ve lo consegno così, a 11 anni di distanza:
Sono cose che io non me ne intendo, sono digiuno, e forse per quello, avrei approfondito volentieri, questo argomento delle quote rosa, per esempio, l’altro giorno, a Albinea, solo che c’erano talmente tante cose, di cui parlare, i rifiuti, i trasporti, il suolo, le provincie, i comuni, Rosi Bindi, Casini, il sempre più temibile problema del rischio idraulico e di dissesto idrogeologico, c’era tanta di quella roba che io la metà, devo dire, non l’ho capita, anche se però, sarà l’umore che avevo, bellissmo, grazie al sindaco di Parma, mi son sembrate delle cose utilissime che io, dentro un romanzo che ho scritto qualche anno fa c’era un personaggio che si chiamava La temibilissima Sangiuseppese, ecco, l’altro giorno a Albinea ho pensato che nel mio prossimo romanzo ci sarà dentro un personaggio che si chiamerà Il sempre più temibile problema del rischio idraulico e del dissesto idrogeologico.
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