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Immagine del redattoreGiampaolo Coriani

L'inverno più caldo della nostra vita (fino ad ora)



Io non sono un esperto ma in giardino, il 4 di gennaio, nella pedemontana emiliana, vedo crescere le margherite.

E non mi stupisce, purtroppo, che il nostro Appennino non abbia neve e che le località sciistiche non possano aprire le piste, e mi dispiace.

Faccio molta fatica, invece, a capire le dichiarazioni del mio presidente di regione Stefano Bonaccini e dell’assessore al turismo Corsini, con il rilancio entusiasta della ministra Santanchè, quella che chiedeva l’aeroporto a Cortina, che vorrebbero rilanciare il turismo invernale regionale con gli impianti di neve artificiale di ultima generazione.

Quelli, per capirci, che verranno usati per le Olimpiadi invernali del 2029 in Arabia Saudita.

Eh si, sono sobrio.


Dopo il mondiale di calcio in Qatar, con stadi all’aperto con l’aria condizionata, avremo lo sci in Arabia Saudita, che problema c’è?

Con il denaro si può fare tutto, anche innevare il deserto.

Quindi tornando in Emilia, ci sarebbero questi cannoni che consumano un botto di energia e di acqua, molto più di quelli esistenti, ma così, dice il presidente, potremo salvare le stagioni turistiche.

Ora, io non so se Stefano abbia capito bene bene come funziona il cambiamento climatico.

Perché i suoi effetti sono proprio questi, non poter più fare quel che si faceva prima.

Gradualmente, come rane nella pentola sul fuoco lento, non ci si accorge che l’acqua sta per bollire.

Così, dopo anni di poca neve, siamo al nulla, mentre le temperature medie europee sono le più alte degli ultimi due secoli.


C’è un meme famoso in cui Bart Simpson si lamenta dell’estate più calda della sua vita, e Homer gli risponde sornione: “della tua vita fino ad ora”.

Perché sarà così, se non invertiamo la tendenza.

E se sarà così, aumentare le emissioni e consumare ancora più acqua non farà che velocizzare il processo, per non parlare dei rigassificatori, delle trivelle e dell’automotive, i cavalli di battaglia di Bonaccini.

Poi certo possiamo anche credere a Feltri e Sallusti, o ai cosiddetti esperti a libro paga delle multinazionali del fossile, che dicono che è tutto normale, ma basta uscire di casa e sentire quei 15 gradi a gennaio e qualche dubbio dovrebbe sorgere.


Quindi innevare le nostre montagne artificialmente quanto potrà durare?

Perché nella rinascimentale Arabia sarà per poche settimane, qui dovrebbe essere un cambiamento strutturale.

Ecco, io credo che difficilmente potremo permettercelo.

Che non funziona così, che rilanciando le emissioni, quindi giocando al rialzo con il pianeta, avremo forse qualche risultato nel breve termine (a quali costi?) ma è una strategia perdente e disastrosa alla distanza.

Forse dovremmo accettare il cambiamento che è già irreversibile e lavorare almeno per fermarci qui, magari salvando le Alpi.

Riconvertire il turismo e diminuire le emissioni.

Perché altrimenti ci toccherà dar ragione a Homer Simpson.

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