Matteo Salvini: «Polvere di grillo... No, grazie. Se qualcuno in Europa ha piacere a mangiare insetti faccia pure, per i miei figli preferisco i sapori e i profumi della nostra terra e li difendo. E voi?».
Giorgia Meloni: «Alla farina di grillo noi preferiamo un buon bicchiere di vino».
Luca Zaia: «Mangiare insetti? Le solite pu**anate che dice l’Europa.»
Matteo Salvini: «Vogliono imporci le auto elettriche, forse a Bruxelles troveranno valigette piene di soldi da Pechino».
Francesco Lollobrigida: «L’Italia è la prima nazione al mondo a dire no al cibo sintetico e alla cosiddetta carne sintetica: i prodotti di laboratorio non garantiscono a nostro avviso qualità né benessere, né — lo diciamo con orgoglio — la tutela della nostra cultura e della nostra tradizione».
Matteo Salvini: «No alla carne sintetica e al latte senza vacche».
Giorgia Meloni: «Green Deal è fondamentalismo climatico».
Matteo Salvini: «Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale è venuto un freddo…».
Vittorio Sgarbi: «Il vero inquinamento è nella mente degli attivisti».
Matteo Salvini: «Non è una direttiva green, ma black. Direttiva case, ma chiuse se va avanti così. Una imposizione folle».
Ogni giorno è così. È un continuo. All’opposizione prima, ora al governo: nulla è cambiato, se non in peggio, perché le intemerate dai banchi dell’opposizione non hanno conseguenze, quelle da Palazzo Chigi sì. Sono passati più di sei mesi dall’inizio di questa avventura di governo ma pare di essere sempre allo stesso giorno, il giorno 1.
«L’Europa ce lo impone», «È un attentato alla nostra civiltà», «Difendiamo la nostra terra»: l’innovazione in qualsiasi campo, soprattutto se arriva dalla perfida Bruxelles, è esclusa a priori, all’insegna di un misoneismo che paralizza tutto quanto.
Qualsiasi novità, del resto, comprometterebbe lo status quo e va, quindi, respinta senza esitazione. I problemi che ci troviamo ad affrontare sono complessi? Neghiamoli. Non esistono: sono stati inventati da qualcuno che ci guadagna, da Greta ai cinesi, dagli euroburocrati alle lobby lgbtqi+, che sono in collegamento tra loro, sulla base di una regia e di un piano complottistico ai nostri danni (in questo senso, si inserisce perfettamente l’uscita del ministro Lollobrigida sulla razzista e nazistoide “sostituzione etnica”). Dobbiamo preservare i “nostri", perché l’obiettivo di “quelli là” è distruggere le identità nazionali e assoggettare popoli altrimenti liberi.
Una crociata al giorno, dunque: no alla farina di insetti, no alle auto elettriche, no alla casa ecologica, no alla carne sintetica. No al Green Deal. No all’estensione dei diritti. No alla società multiculturale, benché ci sia già. Noi patrioti siamo per il suprematismo bianco: qualcuno lo dice apertamente, quasi tutti lo pensano. Ci chiudiamo dentro, nella nostra supposta italianità da difendere, da Bruxelles e dall’invasione, dai pannelli solari e dalle coppie omogenitoriali. Da qualsiasi cosa.
Si arriva al ridicolo e all’esasperazione, come nel caso della battaglia per il contante, assurda quanto rivelatrice. Pagamenti elettronici e agenda digitale? Meglio il nero e le carte bollate, che portano con sé anche un po’ di corruzione. Dietro ai proclami, puntualmente, spuntano le convenienze e gli interessi, di un Paese immobile, che alla classe dirigente sembra andare benissimo così. Questa è la vera ragione: per alcuni, sempre meno, questa situazione è conveniente e finché regge si va avanti così.
D’altra parte, non contano la storia né il suo corso: conta soltanto la tradizione, adattata quando non inventata di insana pianta. A ciò che arriva da fuori e alle proposte che si affacciano all’orizzonte si risponde con dichiarazioni caricaturali, grottesche, con il rinviare al mittente ogni proposta, non sapendo che cosa fare d’altro. Nella migliore delle ipotesi, la soluzione è non fare nulla, continuare così all’insegna di un “si salvi chi può” da intendersi in modo filologico: solo chi può, chi è già in quelle condizioni, si salva.
Comments