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L’ultima canzone



Temevamo la svolta autoritaria. I fascisti al governo ci avrebbero costretti alla resistenza? La vittoria dell’estrema destra avrebbe potuto mettere in pericolo la democrazia? Oggi, a quasi cinque mesi dalla loro schiacciante vittoria, abbiamo avuto una risposta: non c’è bisogno dei fascisti per mettere in crisi il nostro sistema. La destra si sta semplicemente rivelando non in grado di governare, incapace di mantenere le promesse elettorali e con una classe dirigente non all’altezza del compito. Portano avanti l’agenda Draghi, come avrebbe fatto chiunque altro, e, nel frattempo, creano casini internazionali, aiutano gli anarchici a dimostrare che le istituzioni sono fragili e attaccano Rosa Chemical. E poi, un lunedì, verso l’ora di pranzo, mentre un gruppo di dilettanti finge di essere in grado di guidare un Paese, o una Nazione se preferite, arriva la notizia: La Democrazia è morta. I dati dell’affluenza alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia dimostrano che gli italiani non sanno più che senso abbia andare a votare.


La Democrazia si è spenta nel sonno delle regioni, dopo anni di agonia durante i quali le alleanze hanno contato più dei programmi, battere l’avversario è stato considerato più importante che portare avanti qualche idea, i sondaggi contavano più dei voti veri e prendere il potere non prevedeva più un progetto su come esercitarlo. È la storia di una morte annunciata, una morte non accidentale che ha molti responsabili come in un romanzo di Agatha Christie. Come sempre, i fatti tragici sono contornati da eventi grotteschi e, infatti, mentre la Democrazia agonizzava il Partito Democratico (sì, forse è il caso di cambiare il nome) portava avanti il suo congresso interminabile. I seggi elettorali erano deserti, ma i social sono stati riempiti dalle immagini dei candidati alla segreteria del PD che infilavano le loro schede nelle urne confortate dal pianto degli iscritti ai circoli. Gli italiani non votano più, la Democrazia è morta, ma il PD cerca disperatamente di sopravvivergli. Per fare cosa? È la domanda che sorge spontanea.


Eppure, proprio in questi giorni, gli italiani hanno dimostrato di non avere niente contro le consultazioni democratiche. Sono stati in milioni, infatti, a votare in occasione della finale di Sanremo. Dopo lo spoglio, scopriremo che Marco Mengoni avrà preso molti più voti dei nuovi governatori di Lazio e Lombardia messi insieme. Forse è per questo che il problema più grande della destra al governo è cambiare i vertici Rai e con loro gli autori del Festival.


Marco Tiberi è autore di Il sequestro - Controstoria del Partito Democratico, disponibile qui


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