Ormai possiamo dirlo, il luogo comune secondo cui “a Biella non succede mai niente” non è più vero, la destra locale è riuscita nell’impresa che a tutti sembrava impossibile, anche se i biellesi per natura mai contenti ora si disperano rimpiangendo la noiosa tranquillità del passato e pregano nell’arrivo di un meteorite che ponga fine alle loro sofferenze. L’ultimo fattaccio, questa volta per fortuna senza feriti, è del consigliere comunale di maggioranza della Lega Alessio Ercoli: dopo sette ore di consiglio ha visto la collega d’opposizione e prossima candidata sindaca del centrosinistra Marta Bruschi uscire dall’aula e ha commentato ironicamente che «questo dimostra un ottimo interesse nei confronti della politica. Immagino come possa un domani fare il sindaco». Non sapeva, il malcapitato, che Bruschi era nella stanza accanto per accudire la figlia di otto mesi: apriti cielo. Il povero Ercolino è stato sommerso dalle critiche delle varie minoranze, bersagliato come se non bastasse anche da qualche ironia dei compagni di maggioranza. «Sparane un’altra», ha detto qualcuno dai banchi di Fratelli d’Italia, subito precisando che la sua era solo una metafora, ché di questi tempi non si sa mai. Manco a dirlo, la notizia ha subito avuto un’eco nazionale, ormai le agenzie hanno tutte impostato un alert sulla parola “Biella”, insieme a “Meloni”, “Ferragnez” e “Trump”. Troppa grazia, miracoli dell’era digitale: partendo dai due capoluoghi di regione più vicini, Torino e Milano, per arrivare a Biella ci vogliono circa un paio d’ore, più o meno lo stesso tempo che ci si impiegava cento anni fa. Le cazzate, quelle invece viaggiano in un lampo, e i biellesi iniziano a esserne un po’ invidiosi.
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