Le conseguenze umane e materiali dell'alluvione che sta colpendo il Pakistan sono ancora difficili da stimare, a oltre una settimana dai monsoni che hanno interessato il Paese. 1.500 morti, migliaia di persone disperse, centinaia di migliaia di abitazioni distrutte, terreni e colture distrutti per 2 milioni di acri, oltre 30 milioni di persone coinvolte. In tutto il paese sono stati distrutti circa 150 ponti e 3.500 chilometri di strade. L'intensità delle piogge monsoniche sono state stimate in circa dieci volte il normale.
Chiedendo aiuto internazionale, il primo ministro del Pakistan, Shehbaz Sharif, ha dichiarato che si tratta della peggiore alluvione nella storia del Paese.
La missione spaziale Sentinel-1 dell'Agenzia Spaziale Europea ha catturato alcuni dati utili per mappare l'entità delle inondazioni, rappresentandoli in alcune mappe.
«Il lato sinistro dell'immagine» scrive l'Agenzia «mostra un'ampia vista dell'area interessata e l'immagine a destra ingrandisce l'area tra Dera Murad Jamali e Larkana. Il fiume Indo è straripato, creando di fatto un lungo lago, largo decine di chilometri. I colori dal blu al nero mostrano dove la terra è sommersa».
Secondo la Nasa, «l'effetto delle piogge monsoniche è stato aggravato dal continuo scioglimento dei 7.000 ghiacciai del Pakistan. Il paese detiene la maggior quantità di ghiaccio al di fuori delle regioni polari», depositato lungo le catene montuose dell'Himalaya e del Karakorum, che ospitano le vette più alte al mondo. «Nella parte meridionale dello spartiacque dell'Indo, il diluvio ha trasformato le pianure in mari».
Waseem Ahmad, presidente di "Islamic Relief Worldwide" ha dichiarato al Guardian che «le persone sono per strada, in attesa di assistenza umanitaria: acqua, cibo, un tetto. Si tratta di una situazione che non ha precedenti nella storia del Pakistan. In 22 anni di esperienza come operatore umanitario, non ho mai visto una tale distruzione causata dalle inondazioni».
La portata di eventi di questo tipo rende evidente come la crisi climatica diventi, in alcune aree del mondo, anche una crisi umanitaria. Se della siccità che ha colpito l'Europa e in particolare l'Italia questa estate ci siamo (quasi) già dimenticati, non possiamo illuderci: nel futuro prossimo le conseguenze dell'emergenza climatica si manifesteranno in modo tanto violento e frequente che sarà sempre più difficile chiudere gli occhi anche da noi, anche in Occidente.
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