È curioso che, tra tutti i temi di scarsissima rilevanza europea che caratterizzano i dibattiti di questa campagna elettorale, a restare esclusi siano solo quelli davvero importanti: tipo, per esempio, la riforma costituzionale. Che non c’entra, con le europee, ma c’entra, nel senso che a quasi due anni dall’insediamento del Governo Meloni, e in piena ascesa delle destre in tutto il continente o quasi, se la matrice è chiara da tempo, inizia a intravvedersi anche il disegno. Che è articolato, diffuso, comprende elementi culturali - la difesa di tradizioni travisate e una supposta identità - ma anche geopolitici, vedi il lavoro di relazioni e allargamento che proprio meloni sta facendo con i suoi equivalenti di altri Paesi, e di architettura istituzionale, nel tentativo di trasformare le democrazie costituzionali in dittature della maggioranza, come già avviene in Ungheria, ed è qui che la riforma costituzionale diventa un argomento non trascurabile, nemmeno in questo momento elettorale.
Il nuovo numero di Ossigeno, in preordine sullo shop di People, disegna uno scenario che alcuni potrebbero definire allarmistico, ma che è già sufficientemente avanzato per potersi dire semplicemente realistico: un successo delle destre alle elezioni europee costituirebbe un tassello in più, darebbe ulteriore legittimazione all’attuale maggioranza, e se quelle destre dovessero risultare decisive nella composizione della futura nuova maggioranza comunitaria, sicuramente passerebbero più in sordina i tentativi, in Italia come altrove, di stravolgere la natura stessa della democrazia.
Per questo è importante iniziare a parlarne, sicuramente più delle singole candidature e delle altre dinamiche da pollaio che proseguiranno fino alla chiusura delle urne. La riforma Meloni non è solo la prossima battaglia, ma è anche la battaglia da iniziare subito. Prima che sia tardi.
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