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  • Immagine del redattoreStefano Catone

La montagna da cinepanettone di Daniela Santanché



“Sulla necessità di continuare ad alimentare con ingenti risorse pubbliche un settore che, a causa dei cambiamenti climatici, rischia di avere gli inverni contati, inizia invece a esserci un dilagante e comprensibile scetticismo”. Lo scrive chiaramente oggi Pietro Lacasella, su L’AltraMontagna, e potremmo dire che siamo già ben oltre lo scetticismo.

Il tema è, per il secondo anno consecutivo, l’avviso pubblico con cui il Ministero del Turismo, guidato da Daniela Santanché, finanzia ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione degli impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale, “al fine di promuovere l’attrattività turistica e incentivare i flussi turistici e la destagionalizzazione nei luoghi montani e nei comprensori sciistici”. Non si tratta di una misura una tantum, ma di una linea di finanziamento 2023 – 2028 per cui, con la legge di Bilancio 2023, erano stati stanziati 200 milioni di euro, incrementati, a fronte di domande ricevute per 148 milioni, a 230 milioni con la legge di Bilancio 2024.


Per entrare nel dettaglio, il bando finanzia non solo la ristrutturazione, ma anche la realizzazione di vasche o bacini di approvvigionamento idrico, impianti di innevamento, tappeti artificiali con manto sintetico, mezzi battipista e macchine operatrici, azioni connesse alla raccolta di neve artificiale, meccanismi di copertura finalizzati a ostacolare lo scioglimento, il trasporto e la posa della neve sulle piste e gli impianti sciistici.

Sono investimenti che impattano pesantemente sull’ambiente montano, un ambiente che sta già soffrendo la crisi climatica e che non si capisce in alcun modo come possa continuare a ospitare attività così impattanti così come ha fatto fino a poco tempo fa. Il tutto, in assenza di neve. Se la risposta sono cannoni spara neve, nuovi invasi e “snow farm” (sistemi di stoccaggio della neve) la risposta è semplicemente sbagliata.

E la beffa è che gli aiuti previsti dal bando sono compatibili con le norme europee in tema di aiuti pubblici dato che – tra le altre cose – rientrano negli “Aiuti per la tutela dell’ambiente”, secondo il bando. Un rovesciamento completo della realtà, un’idea di montagna da “cinepanettone”, come scrive Lacasella. A metà tra il trash e l’incredibilmente obsoleto.

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