top of page
  • Immagine del redattoreDavide Serafin

La Pier Esenzione


Con l’ultimo Consiglio dei Ministri, forse approfittando del clima torrido, o della “pace” olimpica o delle ferie ormai prossime, il governo ha approvato un nuovo decreto che, “in attuazione della legge delega sulla riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111), introduce disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA”.

Ma perché proprio ora? Perché intervenire sulle successioni se già l’imposta è stata pressoché cancellata da Berlusconi molti anni fa?


Silvio - tra l’altro - è morto e la sua eredità è ormai spartita tra i figli e gli altri eredi, Marcello Dell’Utri e Marta Fascina inclusi. Del resto, nonostante le somme in gioco, gli eredi non hanno pressoché versato nulla al Fisco.

I figli avevano fatto richiesta di una esenzione sul valore di 423 milioni di euro delle holding Fininvest passate in successione. Nella peggiore delle ipotesi, si sarebbero trovati a dover versare circa 80 mila euro di imposta sul registro. Tutto consentito dal Testo Unico sulle successioni e in particolare da una norma del 1990 che sostanzialmente acconsente all’esenzione dell’imposta sul passaggio in eredità di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni, “a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni”.


Clamoroso, direste voi. Ma forse non era abbastanza, oppure chissà, andava “versata” una piccola cambiale politica per sedare i malumori.


Il 7 agosto il governo approva il nuovo decreto a firma del ministro Giorgetti. Tra le norme che prevedono le modifiche alla tassazione dei trust (applicazione dell’aliquota maggiore ogni qualvolta non sia possibile determinare la categoria dei beneficiari), lo svincolo delle somme per gli eredi diretti sotto i 26 anni, la ridefinizione dei coefficienti delle rendite vitalizie sulle imposte di registro, compare una nuova esenzione proprio in fatto di trasmissione in eredità di asset aziendali. In questa nuova fattispecie non sono dovute ulteriori imposte “a condizione che il trasferimento comporti l’acquisizione del controllo della società o purché l’erede, già prima del trasferimento, detenesse il controllo”, vincolando comunque gli eredi al mantenimento del controllo delle quote o delle azioni per almeno cinque anni dalla data del trasferimento.


Se questo non è un regalo a Piersilvio e Marina, poco ci manca. Di sicuro è l'ennesimo “aiutino” all'1% più ricco di questo paese che continua a ricevere trattamenti fiscali di favore.

Commenti


bottom of page