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Immagine del redattoreJessi Kume

Le bugie dell'imputato Salvini

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"Quattro ore di “interrogatorio” nell’aula bunker del tribunale di Palermo. Di una cosa sono certo: difendere l’Italia, i suoi confini, la sua sicurezza e il suo onore, non potrà mai essere un reato!"

La dichiarazione è di Matteo Salvini a seguito dell'udienza del processo che lo vede coinvolto per sequestro di persona riferito ai 147 naufraghi, tra cui minori, soccorsi dalla Open Arms il primo agosto 2019. Salvini ricopriva il ruolo di Ministro dell'Interno ed era il periodo in cui il ministro, di concerto con Toninelli, impediva l'ingresso alle navi delle ONG in acque italiane. Nel caso Open Arms il 14 agosto il Tar del Lazio aveva sospeso il divieto imposto alla nave. La decisione era avvenuta non solo in ragione della normativa internazionale ma anche a causa della situazione critica a bordo che metteva in pericolo le persone. I naufraghi soccorsi sono sbarcati infine solo il 20 agosto con una disposizione immediata della Procura di Agrigento.

Arriviamo al 12 gennaio 2024 e alle "quattro ore di interrogatorio" che in realtà sono tre ore e nove minuti di udienza di cui 59 minuti di dichiarazioni spontanee del ministro Salvini. Nel tweet Salvini scrive ciò che ha ripetuto svariate volte in aula, ovvero che lui ha difeso l'Italia. Tuttavia Salvini non è processato per "aver difeso l'Italia" ma per sequestro di persona, rifiuto di atto di ufficio e per aver trattenuto per sei giorni 147 migranti sulla nave dell’Ong Open Arms davanti a Lampedusa impedendone lo sbarco.


Salvini si difende dicendo che l'Open Arms è rea di favoreggiamento di immigrazione clandestina anche se ormai nei svariati processi abbiamo visto che il soccorso in mare è un obbligo del diritto internazionale e come emerge dall'udienza non vi erano motivi di pensare che a bordo ci fossero persone pericolose per la sicurezza nazionale. Quello che c'era a bordo, però, era una situazione critica. Infatti, quando il presidente del tribunale chiede se il ministro fosse a conoscenza di casi di migranti che si erano lanciati in mare, Salvini risponde: "Non era la prima volta". Il giudice riferisce che il fatto che non fosse la prima volta non era tranquillizzante.

Matteo Salvini ha detto poi più volte di aver agito per salvare vite. Ora, nella fattispecie del caso non si capisce bene come non assegnare un porto sicuro per 6 giorni consentisse di salvare vite. Ma c'è dell'altro. Dice Salvini: "Ho l'orgoglio di dire che quando fui ministro dell'Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo". Peccato che "dopo" Salvini sia vicepremier e il ministro degli Interni sia il suo numero due nonché capo di gabinetto del ministero degli Interni di Salvini.


Questa dichiarazione in particolare ha destato le proteste delle flotte civili impegnate nel soccorso in mare e un posto nella sezione fake news dell'Espresso. Infatti, il datalab dell' ISPI riporta almeno 1369 morti durante il periodo di Salvini ministro dell'Interno. E questi sono solo i morti di cui siamo a conoscenza. Abbiamo ragioni di pensare che i numeri siano molto più alti. Ci chiediamo come si faccia a parlare di morti con tanta leggerezza e strumentalità? Tra l'altro, sempre secondo l'ISPI, la tratta del Mediterraneo centrale è diventata molto più pericolosa sotto il governo giallo-verde anche a causa dei decreti sicurezza e la criminalizzazione del soccorso in mare voluto da questi.

Per cui ci risparmi la retorica, noi le morti ce le ricordiamo.

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