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Le condizioni: oggi no, domani forse...



Claudio Borghi è un senatore della Lega, milanese di nascita ma eletto ben oltre la linea del Po, in Toscana, ex bancario wannabe economista da quando è passato alla politica, che si esprime al suo meglio su Twitter e meriterebbe molta più fama per le sparate che produce se non fosse che purtroppo il suo capo politico è Salvini, e quindi non c'è gara. Dagli occhiolini ai no-vax alle bizzarre teorie monetarie la sua produzione è ampia e sempre generosa: non c'è mai prudenza in ciò che dice, la sua è puntualmente la posizione più al limite, più spinta, più anti. Il che include, ovviamente, anche l'Europa. L'altro giorno, dopo essersi lanciato in una tirata contro le norme europee sulle auto inquinanti, un compendio di "cazzomene" e altre perle, un proselito di quelli con la bandierina nell'account commentava candidamente, peraltro seguendo il filo logico: "Il tema "fuori dalla UE" è definitivamente defunto, deduco". Al che lui, lapidario, rispondeva: "Le pare che ci siano le condizioni?"

Fantastico: in mezza riga, il vero stato dell'arte della maggioranza di Governo, un vorrei ma non posso altrimenti interpretabile come "vi abbiamo detto un sacco di cazzate per un sacco di anni, e adesso...".

E adesso, come in quella battuta del Divo di Sorrentino, viene fuori che "ecco, le cose sono un po' più complicate". E chi l'avrebbe mai detto. O come in quelle risse in cui l'invasato urla "tenetemi, tenetemi, tenetemi! Ehi, ho detto tenetemi!". O come nella canzone di Gaber: le condizioni, oggi no, dopodomani forse, ma dopodomani sicuramente. Sempre che nel frattempo non spunti da destra il primo Vannacci che passa, e non gli porti via il seggio.

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