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Immagine del redattoregiuseppe civati

Le manette dell’amico Orbán



I reportage che ci giungono da Budapest rispetto alla detenzione e alla vicenda processuale di Ilaria Salis sono terribili. Il governo italiano non intende muoversi in alcun modo e alcuni suoi esponenti hanno preso le difese sì, ma di Orbán. Nel bel mezzo dell’Europa e dell’Unione europea è inaccettabile e inquietante.

Mi stupisco, però, che ci si stupisca.

Ben prima di questa oscena vicenda, Orbán, modello, ispirazione e riferimento politico per Meloni e per Salvini (almeno su una cosa vanno d’accordo), si è qualificato così:

«Nel giro di pochi mesi [dopo la vittoria elettorale del 2010] Orbán e il suo partito sono diventati i padroni dell’Ungheria. Cambiano la Costituzione, prendono il controllo della Corte costituzionale, creano un supertribunale per allontanare centinaia di giudici scomodi e sostituirli con togati vicini a Fidesz, modificano la legge elettorale per essere sicuri di vincere anche le elezioni successive. Soprattutto, prendono il totale controllo dei media pubblici e, attraverso gli oligarchi, di quelli privati. Occupano le istituzioni pubbliche, comprese le università e gli istituti di cultura, in modo talmente capillare che Fidesz, a un certo punto, diventa tutt’uno con lo Stato. L’opposizione e la dissidenza sono oppresse, discriminate e perseguitate.»

Le manette, più o meno metaforiche, questa destra vorrebbe metterle non solo a una militante antifascista sotto processo: vorrebbe metterle, più o meno metaforicamente, all’Europa che si candida a governare. Si sono già sbarazzati di Montesquieu, del liberalismo (si dichiarano illiberali), del rispetto delle minoranze e delle minime consuetudini democratiche. Per non dire di come trattano le persone straniere: in una parola, come nemici.

Tenete bene a mente queste immagini e questi racconti, perché la sfacciataggine con cui ci vengono propinati ci dice anche di una certa sicurezza che sentono di vedersi riconosciuta.

Perché Meloni e Salvini governano male e non ci piacciono. Ma qui gli elementi di riflessione sono altri e molto più pericolosi. Immaginare che Orbán con le sue manette e i suoi amici possa governare l’Unione europea o comunque condizionarne profondamente le scelte, ci riporta ad alcuni bivi della storia europea che dovremmo almeno riconoscere.

La citazione è da Tonia Mastrobuoni, L’erosione. Come i sovranisti stanno spazzando via la democrazia in Europa, Mondadori, Milano 2023.


È uscito il numero 15 di Ossigeno, C'era una volta l'Europa, disponibile qui

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