Da oggi è disponibile su tutte le piattaforme il nuovo episodio del podcast "Non siete fascisti ma". Questa settimana l'ospite di Laura Campiglio e Giuseppe Civati è Luciano Canfora, tra le figure intellettuali più importanti del nostro Paese. Come noi, Canfora è appassionato dall’analisi storica e politica del fascismo, come fenomeno che non si può certo relegare a una stagione storicamente conclusa e definita.
La conversazione con Campiglio e Civati parte da "Il fascismo non è mai morto", che Canfora ha pubblicato per le edizioni Dedalo, per spaziare dalla stretta attualità delle inchieste di Fanpage sulla "gioventù meloniana", alla riforma Meloni, al rapporto tra potere e cultura. Proprio su quest'ultimo argomento vogliamo condividere con voi un passaggio di Canfora:
Essendo piuttosto anziano, mi ricordo quando il ministro Mario Scelba - che non era dei migliori, peraltro -, probabilmente in un momento di malumore, ebbe a definire “il culturame” gli intellettuali che si raccoglievano attorno alla casa editrice Einaudi o ad altre fonti di conoscenza. Una parola sprezzante, “culturame”. Un brillante e noto docente dell’epoca, Luigi Russo, lo corresse dcosì: «A rigore, in italiano si dovrebbe dire “culturalume”, perché il sostantivo si ricava dall’aggettivo “culturale”». Era un po’ un prendere in giro un personaggio sgradevole e piuttosto rozzo. Poi i tipi alla Mario Scelba sono passati un po’ sullo sfondo, però l’intolleranza c’è sempre stata, anche in forme ironiche. Ricordo ad esempio quando Giulio Andreotti consigliava che la filmografia italiana smettesse di produrre film di denuncia sociale - come il famoso e tremendo “Umberto D.”, un capolavoro di una drammaticità assoluta. «Meglio le commedie leggere, magari un po’ scollacciate», diceva Andreotti. La cultura non è mai stata gradita, specie quando svolge il suo naturale compito, che è quello della critica. Ciò non toglie che ora, se vogliamo, c’è un passo in avanti: hanno scoperto la via giudiziaria. Fioccano, quindi, querele largamente discutibili dal punto di vista del fondamento, e si affidano a quell’italiano che si chiama Don Abbondio, il quale ebbe a dichiarare che «se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare». E quindi la loro speranza è che la via giudiziaria fusa con lo spirito di Don Abbondio dia loro finalmente una grande soddisfazione. Staremo a vedere.
Nel consigliarvi di ascoltare l'episodio di questa settimana di "Non siete fascisti ma" - e se non l'avete ancora fatto, di recuperare quelli precedenti - ci piace riassumere la missione che dobbiamo darci come rivista, come casa editrice, come cittadine e cittadini, proprio con le parole con cui Canfora si congeda da Campiglio e Civati: «bisogna coltivare la speranza, con gli occhi aperti».
Ascolta "Il fascismo non è mai morto", episodio di questa settimana di "Non siete fascisti ma" su Spotify, Spreaker o sul sito di People.
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