È notizia di ieri che il governo argentino di Javier Milei ha deciso di "bandire" il linguaggio inclusivo e "tutto ciò che abbia a che fare con la prospettiva gender" nei documenti della pubblica amministrazione. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del presidente, infatti, «non sarà possibile utilizzare la lettera -e, la chiocciola, la -x ed [eviteremo] l'inclusione non necessaria del femminile in tutti i documenti». Si tratta, come dichiarato dal governo stesso, di una scelta nel quadro di una più ampia battaglia contro "l'utilizzo politico delle teorie gender" e contro il "marxismo culturale".
In poco più di due mesi di governo, è già il secondo attacco del nuovo inquilino della Casa Rosada alle libertà femminili, dopo la proposta del suo partito di abrogare la legge che dal 2020 hanno reso legale l'aborto in Argentina.
Curioso che l'autoproclamatosi anarcolibertario Milei, che ama concludere i suoi appassionati discorsi con «Viva la libertad carajo!» (viva la libertà, cazzo!), capo di un cartello elettorale chiamato La Libertad Avanza, si faccia promotore di misure di questo tipo, che di libertario hanno ben poco? Fino a un certo punto.
I modi spicci e provocatori del personaggio, così come i suoi proclami roboanti, non devono trarre in inganno: il suo, purtroppo, non è che l'ennesimo governo a unirsi all'attacco globale dell'estrema destra alle donne.
Come rivelato dalla giornalista britannica Siân Norris nel suo Corpi sotto assedio, esiste un disegno comune da parte della destra mondiale volto a portare le proprie idee nella politica mainstream, utilizzando i corpi delle donne, e i loro diritti basilari, come campo di battaglia.
Nel libro, Norris racconta in maniera puntuale e documentata come il percorso di "normalizzazione" delle idee che si rifanno apertamente al fascismo e ai suoi capisaldi - identificati già da Umberto Eco ne Il fascismo eterno - passa inevitabilmente sempre dall'aggressione al diritto di scelta delle donne e a ogni tipo di politiche inclusive verso di esse, estendendosi alle persone LGBTQ+ e alle persone appartenenti a minoranze etniche.
Nell'ottica di un ritorno a quello che Paul Mason ha definito il "passato mitico fascista", e quindi del ripristino di un supposto "ordine naturale" che ovviamente metta al centro la supremazia maschile bianca, l'internazionale sovranista ha infatti identificato il suo nemico permanente: il marxismo culturale. È, assieme alla cosiddetta "teoria gender", lo spauracchio preferito da tutti questi gruppi, amano agitarlo tanto Milei in Argentina quanto Trump negli USA, tanto Sunak nel Regno Unito quanto Abascal in Spagna, tanto Le Pen in Francia quanto Orbán in Ungheria, tanto Weidel in Germania quanto Meloni e Salvini in Italia.
Leggendo Corpi sotto assedio si scopre come questa galassia dell'odio e della violenza da anni condivida non solo le orribili idee di cui sopra, ma le strategia per trasformarle in legge e i finanziamenti per sostenere le campagne che a questo scopo intraprendono.
Non è un caso, infatti, che i grandi finanziatori di Trump siano anche sostenitori di Milei, e che sovvenzionino da anni fondazioni che in tutta Europa perseguono la stessa agenda, quella della soppressione dei diritti delle donne, come primo passo verso l'eliminazione di tutte le faticose conquiste in termini di libertà civili per cui tante e tanti hanno lottato per decenni.
Ricordiamocene, la prossima volta che leggiamo qualche elogio sperticato del presidente argentino sulla nostra stampa - ne sono comparsi moltissimi, e non solo dai giornali filo-governativi, in occasione della sua visita in Italia di qualche settimana fa. Soprattutto, ricordiamocene quando a giugno si voterà per le europee, che saranno un momento decisivo nell'attacco globale dell'estrema destra alle donne, e a noi tuttə.
E forse libertad carajo! è ora che lo diciamo noi.
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