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Immagine del redattoregiuseppe civati

Non sono fascisti ma il decreto sicurezza



Il capitale disumano è stata la prima pubblicazione collettiva di People, che uscì il 28 settembre 2019.

Una pubblicazione instantanea perché proprio quel giorno venivano varati i decreti del governo presieduto da Giuseppe Conte e egemonizzato da Matteo Salvini. Una delle pagine più tristi della storia recente, con i due esponenti del governo che si presentarono in conferenza stampa a Palazzo Chigi mostrando cartelli e berciando di immigrazione nel più incostituzionale dei modi possibili.


A distanza di sei anni ci risiamo. C’è sempre Salvini e, al posto di Conte, Meloni. I decreti questa volta sono al singolare, ma contengono molteplici norme che fanno pensare a un’altra epoca del nostro Paese, prima che ci fossero la Repubblica e la sua Costituzione.

Buona parte delle nuove innovazioni (si fa per dire) sono destinate a punire chi protesta e chi esercita il proprio dissenso, attraverso aggravanti e pene più severe per chi imbratta o deturpa, chi resiste a pubblico ufficiale (per lesioni anche lievi).


«Ha il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto», dice l’Osce. Roberto Saviano parla di «vendetta contro i nemici del governo». Saviano coglie il punto: le norme sono tutte volte a stabilire come "aggravante" lo stesso "motivo politico": «tutti i manifestanti diventano potenzialmente dei delinquenti», conclude.

I nemici del governo devono stare attenti, molto attenti, questo è il messaggio, soprattutto se manifestano per ragioni climatiche, contro la realizzazione di nuove infrastrutture, in generale per manifestare il proprio dissenso.


Negli anni passati si è spesso parlato di torsione autoritaria e di democratura in termini accademici come se fosse questione che riguarda sì paesi anche molto vicini a noi (come l’Ungheria di Orbán) ma che in Italia non si sarebbe mai più posta in termini politici. E, invece, gli eredi del Msi e la Lega di Salvini, che a Orbán peraltro si ispirano da anni, ci sono riusciti.

Dei decreti sicurezza di sei anni fa l’opinione pubblica se ne fregò largamente ma come diciamo ogni volta che si può quando si fanno norme liberticide e incostituzionali per “gli altri da noi” (come sono stati concepiti a lungo gli stranieri) poi quello stesso approccio finisce per riguardare noi stessi. E il cerchio si chiude.


E tutto questo si inserisce ahinoi perfettamente nel contenuto del numero di Ossigeno dedicato alla censura e alla disinformazione e al controllo e al condizionamento e alla limitazione della libertà di espressione.

Leggetelo e mobilitiamoci, prima che sia troppo tardi. E che la deriva ci porti ancora più lontano. E più indietro.

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