Il governo Meloni ovvero Della negazione del futuro. Infrastrutture anni Cinquanta, diritti anche, vade retro innovazione, sovranismo da quattro soldi (in lire), clima, quale clima?
La sintesi di questi primi mesi del governo guidato dall’estrema destra, all’insegna della conservazione dell’esistente. La destra, lo sappiamo, cristallizza i rapporti di forza e di potere. Chi ce la fa, bene. Chi non ce la fa, si arrangi. Qui però ci troviamo di fronte a un’involuzione. Non so se esista il termine, ma siamo al “regressismo”.
Nessuna iniziativa sui salari, in continuità con i governi precedenti. Eliminazione del sostegno ai più poveri, vissuti con fastidio, se non con disprezzo. Difesa delle tradizioni, di più: ritorno alle tradizioni, che chissà se erano davvero così, tra l’altro. Come se il tempo potesse percorrersi a ritroso. Il Paese non va avanti, torna indietro.
Per il resto, Meloni è l’immagine della fissità. Una Pompei del 2023. L’importante è non fare nulla, negare il divenire, opporsi a qualsivoglia scelta che possa riguardare il nostro futuro. Di qui le crociate contro le auto elettriche (che arriveranno lo stesso, ma tant’è), lo spettro delle farine di grilli e della carne artificiale. Una quotidiana, insistente opposizione all’Europa di Bruxelles, a favore della contro-Europa di Budapest.
E poi la difesa dell’italianità e degli italiani, bianchi s’intende, in una società che è già popolata da milioni di persone che italiane hanno deciso di diventarlo. Patrioti non riconosciuti da questa destra che si alimenta soprattutto di xenofobia.
Si è molto parlato dei busti a casa del presidente del Senato. In verità ad apparire come busti sono gli stessi ministri del governo. Bronzei, marmorei, rigidi, inscalfibili.
La principale opposizione al governo attuale è l’orologio. Anzi, meglio, la clessidra o forse la meridiana, perché è meglio non esagerare con la tecnologia.
Il tempo passa e noi lo stiamo perdendo. Meloni risponderebbe che altri hanno governato nel decennio precedente. Ha ragione. Gli altri almeno ci provavano, con tutti i difetti che conosciamo e che abbiamo raccontato. Questi sono fermi. Il principale obiettivo del Pd per anni è stato fermare le destre. Non ci sono riusciti, anzi, ma quando le destre sono andate al governo, si sono fermate da sole. Piantate. Vivono l’oggi come se non ci fosse un domani. L’unica differenza con la Pompei del 79 è che non è la cenere a sotterrarci, ma la polvere che si deposita, giorno dopo giorno. Senza che accada alcunché, perché questa, in fondo, è la missione.
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