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Immagine del redattore Paolo Cosseddu

Se i cazzotti non bastano



Dopo le aggressioni squadriste subite in aula, e poi persino rivendicate dalla maggioranza, le opposizioni (la maggior parte, Pd, M5S, +Europa e Avs) hanno annunciato una manifestazione unitaria contro le riforme costituzionali, martedì prossimo in piazza Santi Apostoli a Roma. Ci volevano i cazzotti, verrebbe da dire. Peraltro, mentre Giorgia Meloni si trasforma in Martha Stewart per accogliere da brava padrona di casa gli invitati del G7, Fanpage e Piazzapulita diffondono un nuovo servizio di inviati infiltrati, stavolta nella giovanile di Fdi, con il solito contorno di inni al Duce e a Hitler (servizio che forse avremmo gradito vedere prima del voto, peraltro).

In Francia, mentre Eric Ciotti si barrica nella sede dei Repubblicani e ne viene espulso per aver tentato un accordo con la destra in vista delle prossime elezioni, la sinistra riesce nel breve giro di soli quattro giorni a superare le proprie differenze e a concordare uno schema unitario per presentarsi unita e rispondere all’appello democratico contro Le Pen. Un po’ come il gatto di Schrödinger che è sia vivo che morto, invece, per l’opinione pubblica italiana l’onda nera c’è e al tempo stesso non c’è: c’è nei servizi che raccontano con cadenza giornaliera casi come quelli illustrati, mentre non c’è nei commenti e nemmeno nei comportamenti conseguenti delle varie anime della minoranza. A proposito di unità delle opposizioni, infatti, l’ufficio di presidenza della Camera ha deciso le sanzioni per i disordini avvenuti, punendo sia gli aggressori (15 giorni di sospensione a Iezzi, per esempio), che l’aggredito (5 giorni a Donno), il tutto con i voti decisivi di Giachetti di Italia Viva e di Della Vedova di +Europa, che pure è tra i soggetti promotori della piazza convocata. Quindi ripensandoci, forse non bastano nemmeno i cazzotti.

Come abbiamo scritto sul nuovo numero di Ossigeno, qui da noi le prossime elezioni appaiono lontane, salvo sorprese al momento non in vista, ma le riforme costituzionali rappresentano la prossima grande battaglia per cui servirebbe mobilitarsi. Visto il clima, magari con un po’ di urgenza.

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