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  • Immagine del redattore Paolo Cosseddu

Se Meloni e Salvini fossero all'opposizione - quarta puntata



Se Meloni e Salvini fossero all'opposizione e un presidente del Consiglio di centrosinistra avesse fatto in conferenza stampa il pugno chiuso - per scherzo, si intende, ché tanto è tutto uno scherzo, no? -, come per similitudine l’effettiva attuale Presidente ha mimato ieri il saluto romano appena prima di cacciare la stampa dal raduno del suo partito, apriti cielo! Gli esponenti della destra tutta avrebbero passato la serata a occupare i talk serali, paonazzi in volto, urlando contro il pericolo comunista, accompagnati volentieri da praticamente tutta la stampa italiana (come noto molto borghese), che avrebbe affidato alle sue penne migliori pensosi memoir sulle purghe staliniste e sulle file per il pane davanti ai negozi vuoti di Mosca negli anni Ottanta.

Ma fra tutti, diciamocelo, questo è decisamente il “se fossero” più improbabile, giacché il Parlamento italiano non ospita più nessun esponente dichiaratamente comunista dal 2008, quando, dopo la caduta del secondo Governo Prodi, Rifondazione si presentò nella coalizione della Sinistra Arcobaleno, per la prima volta senza la falce e martello nel simbolo, cambiamento che non portò bene e che non produsse eletti.

Quindi no, il paragone non regge, visto che invece Fratelli d’Italia la fiamma nel simbolo ce l’ha ancora oggi e, evidentemente, porta benissimo.

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