Redazione People
Se non volete esser paragonati ai nazisti, non parlate come i nazisti

Ce ne voleva, per far perdere la pazienza a Gary Lineker, che da giocatore era ammirato per la sua correttezza (18 anni di carriera senza mai essere ammonito o espulso): ci è riuscito il Governo inglese, che per risalire nei disastrosi sondaggi sta facendo quello che le destre fanno spesso, prendersela con gli immigrati. In questi giorni è stata presentata una nuova legge, l'Illegal Immigration Bill, e in particolare è stata molto criticata la ministra degli Interni Suella Braverman, una delle autrici insieme all'attuale Primo Ministro Rishi Sunak, per il modo cinico e disumano con cui ha illustrato il provvedimento in un video diffuso sui social. A proposito del fenomeno migratorio in Inghilterra, ha commentato Lineker, "non c'è un afflusso enorme. Accogliamo molti meno rifugiati rispetto ad altri grandi Paesi europei. Questa è solo una politica incommensurabilmente crudele rivolta alle persone più vulnerabili, in un linguaggio non dissimile da quello usato dalla Germania negli anni '30", paragone che ha scatenato l'ira degli esponenti di tutta la destra inglese, mentre la Bbc, che applica una politica molto severa sull'uso dei social dei suoi dipendenti, ha annunciato provvedimenti. In difesa di Lineker è giunta Tanja Bueltmann, professoressa di Storia internazionale all'Università di Strathclyde, specializzata in storia delle migrazioni e della diaspora delle migrazioni, che ha scritto un lungo thread, prezioso per spiegare perché, pur con le dovute differenze, certe politiche e certe parole non possono continuare a essere sottovalutate. E che Lineker, quindi, ha ragione. Ve ne proponiamo qui la traduzione integrale.
Cara BBC,
da tedesca posso dirvi questo: quando i politici parlano con un linguaggio non dissimile da quello usato nella Germania degli anni '30, lo riconosco. Perché? Perché mi è stato insegnato a riconoscerlo da tutta la vita - e che deve essere denunciato e rifiutato. È un dovere farlo, infatti.
Il linguaggio che abbiamo sentito da questo governo, non importa quante volte affermino il contrario, non è dissimile per certi versi da quello usato nella Germania degli anni '30. Quindi, mentre dobbiamo essere consapevoli dello specifico contesto della Germania degli anni '30 e non dovremmo tracciare parallelismi diretti con il presente, quando ci sono caratteristiche comuni, ad esempio nell'uso di un linguaggio non dissimile, si può – e si deve – dirlo. Se ad alcuni non piace, la risposta è che coloro che promuovono tale retorica devono fermarsi, e non minacciare coloro che denunciano la vile disumanizzazione delle persone vulnerabili.
Quelli commessi in passato dal mio Paese natale sono stati atroci crimini contro l'umanità. Ma permettetemi anche di ricordare a tutti questo: quei crimini non sono iniziati con i campi di concentramento, è lì che sono finiti. Quindi, se vogliamo che "mai più" abbia un significato reale non possiamo iniziare da quell'orribile punto finale. Le radici di ciò che è accaduto erano precedenti e includevano l'estraniamento e la disumanizzazione di gruppi vulnerabili e minoritari, usando un linguaggio che a volte sentiamo di nuovo oggi. Questo non significa che ci siano anche gli stessi obiettivi più ampi.
Non sto dicendo che lo siano. Ma ciò che significa è che stiamo assistendo all'impiego di meccanismi simili da manuale del populismo. I politici che li usano già non li controllano più. Le recenti rivolte di estrema destra lo hanno dimostrato senza dubbio.
Eppure quegli stessi politici continuano con versioni sempre più estreme di questo populismo per noi familiare. Ecco perché è giusto richiamarlo e perché è appropriato fare riferimento a sviluppi storici in cui tecniche non dissimili alla fine hanno alimentato un'orrenda ideologia che ha portato all'omicidio di massa. A cosa serve la storia se non per guardare indietro e usare le conoscenze che abbiamo per commentare l'attualità? Fare ciò non equivale a dire che il Regno Unito è la Germania nazista. Gary Lineker non l'ha detto e non l'ho detto neanche qui. Si tratta di similitudini nel populismo che alimenta l'odio. Il problema qui non è sottolinearlo: il problema sta in coloro che continuano ad attingere a quel populismo per disumanizzare gli altri perché solo così possono distrarre dai loro fallimenti politici e assecondare una frangia di xenofobi.
Per me il concetto di fondo sarà sempre questo: come tedesca non posso semplicemente dire qualcosa una volta che le cose si sono intensificate fino a forme ancora più estreme di odio. Non possiamo trattare gli altri esseri umani in questi modi.
Questo è qualcosa che non si applica solo ai rifugiati e agli immigrati. Negare ad alcune delle nostre comunità la loro stessa esistenza in base a chi sono, ad esempio, è un altro esempio in cui il populismo sta intensificando l'odio in modi del tutto inaccettabili.
Inoltre, come storica delle migrazioni, so anche che tutte le forme di movimento sono il fondamento della nostra stessa esistenza umana. In più, l'emergenza climatica farà aumentare il numero degli sfollati. Anche per questo il populismo non è mai la soluzione giusta.
A noi tedeschi viene regolarmente (e giustamente) ricordata la nostra orribile storia. Quella storia non può ripetersi, ma le persone possono scegliere di utilizzare o meno quel manuale del populismo che ce l’ha consegnata. Anche utilizzarlo in minima parte è inaccettabile.
Tanja Bueltmann
Professoressa di storia della diaspora e delle migrazioni