La vergognosa vicenda degli attacchi alla pugile algerina ha raggiunto il culmine internazionale – la medaglia d’oro, proprio – con le dichiarazioni della ministra Eugenia Roccella, che si è chiesta se il Comitato olimpico nel 2028 «abolirà la distinzione tra gare maschili e gare femminili, unificando le competizioni in un unico genere ‘neutro’».
Fortunatamente, di fronte a questa marea di idiozie, Imane Khelif ha deciso di non lasciar correre e, dopo aver promesso di denunciare chi l’aveva presa d’assalto durante i giochi olimpici, è passata al contrattacco.
Chissà se denuncerà anche i ministri e i parlamentari e i commentatori e gli opinionisti italiani che hanno diffuso le stesse falsità sul suo conto, dando il via a una campagna internazionale dell’odio e delle fake news.
Nel frattempo, qualcosa di simile è successo anche a Southport, in Inghilterra: fascisti e estremisti di ogni tipo avevano colto l’occasione di un pluriomicidio per creare un clima di odio contro gli islamici e scatenare riot in numerose città dell’Inghilterra.
All’invito delle istituzioni di rimanere tutte e tutti a casa per evitare ulteriori violenze, la società civile (anzi, civilissima) è scesa in strada, per contenere pacificamente questa ondata di merda. Un esempio che dovremmo seguire ogni volta che cose del genere succedono.
La polizia, nelle stesse ore, ha arrestato e in alcuni casi processato per direttissima chi ha partecipato alle sommosse, e ovviamente gli ultradestri, a cominciare proprio da Musk, se ne sono lamentati, invocando la libertà d’espressione – proprio quella che negano agli altri. E invece, anche in questo caso, a essere messi sotto osservazione dovrebbero essere anche coloro che, con una strategia scientifica, tutt’altro che casuale e ormai rodata, alimentano l’odio sociale dai loro account e dalle loro pagine social.
Perché con la formula del non si può dire più niente e con il vittimismo degli odiatori che si lamentano dell’odio che ricevono (!) sono proprio loro che creano disordini, con mosse tanto abili quanto prevedibili. E altrettanto sanzionabili. È ora di rendersene conto.
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