top of page
  • Facebook
  • Twitter
  • Immagine del redattoreRedazione People

Spin Time città aperta

Ossigeno è un blog, ma anche una rivista trimestrale: è in uscita il numero 14, Homeless, dedicato al tema della casa. Se ti piacciono i nostri articoli, acquistala o abbonati cliccando qui.



«La mia esperienza dentro le occupazioni abitative comincia nell’82. Sono nata e ho passato i primi anni della mia vita a Colli Albani. Vivevamo in un appartamento molto piccolo con mia madre e i miei fratelli. Due stanze minuscole per sei persone. Ho imparato presto cosa significhi la completa condivisione degli spazi». Ormai da dieci anni Maurita Virtù abita in un palazzo occupato di Via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, di nome Spin Time Labs, che oggi rischia lo sgombero. Ma la condizione della precarietà abitativa la conosce da sempre, perché nella capitale - e non solo - è un problema sistemico da decenni e che coinvolge sempre di più, e senza soluzioni di continuità, classi sociali e generazioni diverse. «A mia madre dissero che stavano occupando dei palazzi abbandonati a Spinaceto. Siamo andate ad abitare lì. Io ero una bambina, ma ricordo ancora l'entusiasmo del primo picchetto e di avere finalmente uno spazio nostro».

 

Occhi verdi e larghi, vestita di nero, è poggiata su una sedia di plastica e una luce fredda le illumina il viso, molto espressivo, in una stanza soppalcata e bianchissima del piano meno uno. Maurita Virtù si occupa della programmazione culturale e della gestione dei rapporti sociali all'interno e all’esterno del palazzo. È inoltre tra le persone che guidano l’ufficio tutela, l'organo che ha cura dell’assistenza degli abitanti in ambito burocratico, sanitario e lavorativo. È stata anche candidata di Alleanza Verdi e Sinistra alle scorse elezioni regionali del Lazio. Le lotte che Spin Time ha dovuto affrontare le conosce e le ha vissute tutte: «Nel 2016, durante i giorni di sciopero della fame sotto il nome di #vitedascarto, abbiamo attuato una forma di protesta contro il decreto di Tronca, allora commissario straordinario del comune di Roma, che stroncava (appunto) la delibera regionale che cercava di sanare l'emergenza abitativa e le occupazioni. In quell’occasione abbiamo scelto di aprire il cancello centrale del palazzo e non è stato solo un gesto simbolico, ma di apertura vera e propria a tutta la città». ​​Un’esperienza che, insieme a tante altre occupazioni, è una risposta al problema della povertà abitativa. Secondo i dati Istat del 2021, sono più di 20mila le persone senza casa iscritte all’anagrafe a Roma. All’inizio del 2020 il 18% della popolazione romana era a rischio povertà, quasi il 10% non riusciva ad affrontare spese legate all’abitazione e il 7% viveva in condizioni di grave deprivazione abitativa, secondo il più recente rapporto della Caritas.


L’immobile di Via Santa Croce noto come Spin Time Labs, è stato occupato nel 2013 da Action, movimento romano di lotta per il diritto alla casa, di cui sono parte anche Paolo Perrini e Andrea Alzetta, tutt'oggi membri del comitato politico dell’occupazione. «Sono dieci anni che questo palazzo è occupato. E oggi continuiamo ad affermare un principio: l'utilizzo del patrimonio pubblico e privato abbandonato è possibile per il bene comune», spiega Paolo Perrini sul palco dell'auditorium durante un’assemblea pubblica che ha visto il coinvolgimento di decine di realtà sociali, culturali e politiche - tra quest’ultime la CGL e alcuni rappresentanti del Pd romano - che hanno preso tutte parola, ma con un’unica voce: «Toccare Spin Time significa voler distruggere tutte le esperienze che cercano di creare dei modelli di accoglienza e di pratica politica differenti e alternativi. Attaccare questo spazio significa minacciare una precisa cultura politica. Per questo lo difenderemo insieme». Ha aggiunto poi Andrea Alzetta: «C’è una speranza, quella di una rigenerazione umana, urbana e sociale, a partire da un dato: senza giustizia sociale non ci può essere nessuna forma di legalità».

 

Oggi infatti Spin Time non solo rischia lo sgombero, ma anche di diventare un albergo di lusso per pellegrini in occasione del Giubileo, dopo otto mesi dal Piano Casa che doveva avviare le trattative tra il Comune di Roma e InvestiRe Sgr, che detiene la proprietà del palazzo. Fondata nel 2002 a Roma, InvestiRe Sgr S.p.A. è una società di gestione del risparmio di asset, con portafoglio dislocato su tutto il territorio nazionale, partecipata al 59,2% da Banca Finnat. La società si è resa più volte protagonista dell’accaparramento di patrimonio immobiliare in svendita e di azioni speculative, come nel caso delle palazzine ex Enpam di Milano. «Per noi il bene comune è prioritario, oltre qualsiasi margine di profitto» continua con convinzione Perrini. «La proprietà sta pressando e sembra voglia costruire un albergo. Ma è squallido usare la scusa del Giubileo, uno dei momenti più importanti della cristianità, per cacciare poveri, giovani, migranti e bambini e ospitare dei turisti ricchi. Oltre che politicamente sbagliato lo è ideologicamente. Noi ci batteremo fino alla fine, da qui non ce ne andiamo».


di Susanna Rugghia - Redazione di Scomodo


Kommentare


bottom of page