Quando abbiamo deciso di dedicare a Lampedusa il numero di Ossigeno, pensavamo di rappresentare soprattutto ciò che era accaduto in questi anni. Non immaginavamo che il decennale di quella tragedia fosse “celebrato” dal governo attualmente in carica e dai suoi sostenitori nel modo che stiamo osservando.
Ogni giorno, un’enormità.
Tre giorni fa un rincorrersi di soluzioni carcerarie e concentrazionarie, con tanto di astruse proposte di piattaforme galleggianti e detenzione – per persone che non hanno commesso nessun crimine, si badi – fino a 18 mesi.
Due giorni fa la «cauzione» richiesta ai migranti per evitare il CPR. Hanno pensato: se hanno i soldi per i trafficanti, li avranno anche per noi, peraltro in uno schema identico – filologicamente – a quello dei carcerieri della rotta che queste persone percorrono. Ti rinchiudo e ti lascio andare solo se paghi.
Oggi va in scena la polemica del ministro della Difesa contro i tedeschi che avrebbero la colpa «molto grave» di sostenere le ONG.
Mentre l’Italia e l’Europa spendono miliardi di euro per sostenere regimi tutt’altro che democratici perché ci trattengano i migranti, aggirando i Trattati internazionali e le nostre Costituzioni, il problema è rappresentato da due milioni di euro (pare che questa sia la cifra) che i tedeschi darebbero a chi li soccorre.
Abbiamo definitivamente perso il senso delle proporzioni. Miliardi e milioni. Come se fossero la stessa cosa.
Il 3 ottobre del 2013 il naufragio di Lampedusa. Dieci anni dopo a naufragare definitivamente è la politica di un paese che sta annegando nella propaganda delle proprie istituzioni. La peggiore da quando esiste la Repubblica.
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