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  • Immagine del redattoreJessi Kume

Un male fine a se stesso



Ali è un ragazzo che ho conosciuto in Bosnia-Herzegovina. Era bloccato sulla rotta Balcanica e addosso portava lividi, cicatrici e ferite ancora aperte. I segni sul corpo tenevano per lui il conto del numero di respingimenti violenti e illegali per mano della polizia croata. Ali viene dal Pakistan, era partito con il fratello che aveva perso a un certo punto del tragitto ritrovandosi poi solo. Era in viaggio da anni, cercava di arrivare in Italia dove c’erano alcuni membri della sua famiglia. Questa è solo una delle motivazioni. L’altra è che il Pakistan risente delle catastrofi climatiche che hanno devastanti conseguenze economiche e ripercussioni sul piano della disponibilità alimentare. Solo qualche mese dopo il mio incontro con Ali, il Pakistan verrà colpito da un'alluvione che ha contato 1200 morti, la maggior parte adolescenti come lui. Ali cercava di spiegare tutto questo alla polizia croata ma la risposta era quasi sempre il suono del manganello sul suo corpo e il respingimento in Bosnia.


Dopo un po’ di tempo ho avuto notizia che finalmente era riuscito a ricongiungersi con la famiglia e aveva ottenuto la protezione speciale. Ora lavora in un ristorante, sta imparando l’italiano e si è fatto un gruppetto di amici. Finalmente una vita tranquilla.


Il 18 aprile i gruppi di maggioranza porteranno un emendamento che cancella la protezione speciale e Ali non avrà più un riconoscimento regolare per stare in Italia. Assieme a lui circa altre 7000 persone. L’emendamento al decreto che porta il nome di Cutro è una norma che creerà più irregolarità, vedrà più persone per strada e più lavoro in nero. In sostanza più materiale di propaganda. Una strategia creata a tavolino. Ad intestarsi questo capolavoro è ovviamente il Carroccio, probabilmente nostalgico dei giorni in cui stava al 31% a suon di fake news. Ora dicono che la protezione speciale è un’anomalia italiana, formula ripresa poi anche dai meloniani. Falso. 18 su 27 stati membri UE prevedono la protezione speciale.


É una norma a rischio di incostituzionalità? Secondo Gianfranco Schiavone dell’ASGI sì. Infatti gli obblighi internazionali rimangono e Schiavone avverte che dopo il diniego di una forma di protezione si farà ricorso e i tribunali daranno ragione alle persone migranti senza che però ci sia più uno strumento o un tipo di permesso che si possa riconoscere. Che ne sarà quindi di queste persone?


Ma c’è un altro fattore. Ali è anche una di quelle persone che fa bene all’Italia.

Nel Documento di Economia e Finanza appare infatti la necessità di più migranti. Si rileva che la presenza in Italia di stranieri in età lavorativa potrà produrre un consistente miglioramento del rapporto tra debito e Pil. Il Ministero dell’Economia (sì, di questo governo) sostiene che un aumento del 33% della popolazione straniera farebbe diminuire il debito pubblico di 30 punti, mentre se gli stranieri diminuissero del 33% il debito si alzerebbe di 60 punti. Proprio a queste persone stiamo togliendo gli strumenti per permanere regolarmente in Italia.


Se pensate che sia roba nuova, sbagliate. Lo aveva già fatto Conte dopo aver approvato i decreti sicurezza.

Se pensate che tutto questo non abbia senso e sia invece l’ennesimo attacco crudele, il male fine a se stesso che causerà tanti danni, avete ragione.

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