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  • Immagine del redattoreGiampaolo Coriani

Valditara zero in condotta



L’indole repressiva e classista del governo Meloni, e c’era da aspettarselo, si manifesta ora anche a scuola.

Nella (contro)riforma Valditara, un impianto mirato quasi esclusivamente a inserire, prematuramente, lo studente che proviene da famiglie senza grandi mezzi economici nel mondo del lavoro, mettendolo subito a disposizione delle imprese, e riservando invece allo studente di famiglia benestante il percorso scolastico che dovrebbe essere costituzionalmente garantito a tutte e tutti, trova posto, a grande richiesta (del loro elettorato) il ritorno del voto in condotta.

Per dirla con le parole dello stesso ministro “Torna a fare media nelle secondarie di primo grado e incide sui crediti per la maturità. Non solo: con il 6 si viene rimandati a settembre per un esame di riparazione sui temi della cittadinanza e della Costituzione”.

L’aspetto preoccupante è che, contemporaneamente all’approvazione in Consiglio dei Ministri della riforma che ci riporta al passato, si viene a sapere che lo stesso Ministero non ha rinnovato il Protocollo che dal 2014 individua nell'Anpi un soggetto titolato ad entrare nelle scuole per parlare di Resistenza e Costituzione.

E qui, anche senza essere dei geni dell’aritmetica, si fa due più due.

Chi contribuirà all’insegnamento della Costituzione a studentesse e studenti?

C’è l’imbarazzo della scelta, potrebbe essere La Russa, con le sue teorie sulle bande musicali in tournée a Roma attaccate dai partigiani in via Rasella, oppure Bignami, forte del suo guardaroba d’epoca, o il cognato d’Italia Lollobrigida, che sgranocchiando granchi blu potrebbe approfittarne per spiegare, in tema di cittadinanza, la sua brillante teoria della sostituzione etnica.

O forse c’è solo l’imbarazzo, enorme.

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