La Corte Suprema britannica ha concluso che il piano di portare le persone migranti in Ruanda pagando a suddetto stato 140 milioni di sterline è illecito. Secondo il piano di Sunak, le persone migranti dovrebbero esservi portate contro la loro volontà, poiché considerato un “paese terzo sicuro”, e dal Ruanda essere rimpatriate nel loro paese d’origine. Nel Regno Unito, la Corte Suprema afferma che esista il rischio concreto che le richieste di asilo dei trasferiti in Ruanda non vengano valutate correttamente dal sistema di asilo ruandese e che i rifugiati vengano respinti dal Ruanda, direttamente o indirettamente, verso i loro Paesi di origine. I richiedenti asilo sarebbero dunque a “rischio di maltrattamento”, giusto per citare uno dei rischi minori ai quali andrebbero incontro.
Peccato, però, che Sunak ad ottobre abbia annunciato l’inizio della sua campagna elettorale per le prossime elezioni e la sua linea di comunicazione politica è alquanto fondata sul – a noi molto familiare – “fermare gli sbarchi”. Infatti, Rishi Sunak sta lottando per salvare la sua politica sul Ruanda ma soprattutto per salvare la sua pelle. Il Ruanda è l’ultima spiaggia per recuperare la credibilità persa sul fronte immigrazione. In realtà, chi studia le immigrazioni, il diritto internazionale ed i diritti umani sa bene che i conservatori di credibilità sulle immigrazioni ne hanno ben poca. Il punto sta piuttosto che con le loro politiche rendono più pericolose le vie di accesso, limitano i diritti e minano lo stato di diritto stesso. Come conferma infatti Catherine Woollard, direttrice del Consiglio Europeo per i rifugiati e gli esuli, se il governo non dovesse rispettare la decisione della Corte Suprema questa diventerebbe una pressoché inevitabile crisi di stato di diritto, nonché una palese violazione del diritto internazionale.
Intanto, l’ala più a destra del governo britannico non ha perso tempo nel chiedere di cestinare il quadro dei diritti umani del Regno Unito. Addirittura, suggeriscono di ignorare del tutto la Corte.
Robert Jenrick - ministro dell’immigrazione del Regno Unito - ha dichiarato che il piano del Ruanda andrà in porto "senza se e senza ma", suggerendo addirittura che il governo potrebbe abbandonare la Convenzione Europea dei Diritti Umani. Lo stesso Jenrick dice al Telegraph: “sono stato chiaro: dobbiamo fare tutto il necessario” - Whatever It Takes.
Il governo britannico si dichiara, dunque, pronto a rimuovere gli ostacoli legali per mandare in porto il proprio piano, anche quando gli ostacoli legali sono i diritti umani. Si fa presto a rivelare che di fronte al tornaconto politico, dei diritti umani non ce ne frega nulla. E vista l’aria che tira nel nostro paese, la questione ci riguarda molto da vicino.
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