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  • Immagine del redattoreFranz Foti

Cannabis, Biden grazia i condannati (di nuovo)

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Ieri Joe Biden ha ridotto significativamente le pene - giudicate eccessive e sproporzionate - di 11 persone detenute per reati non violenti riguardanti le droghe, e ha inoltre emanato un provvedimento di grazia per tutti i reati federali legati al possesso di Marijuana di cui potranno beneficiare tutti i cittadini americani e tutti i cittadini regolarmente residenti negli Stati Uniti al momento della condanna.


Questo è la seconda volta che il Presidente usa (no pun intended) le sue prerogative per quanto riguarda i reati federali legati alla cannabis, dopo i decreti firmati nell'ottobre dello scorso anno, qualche giorno prima delle elezioni di midterm, di cui si era già scritto su questa rivista.


Anche stavolta, il provvedimento ha conseguenze assolutamente reali e pratiche per moltissimi americani, che facendo richiesta del proprio certificato di grazia potranno accedere nuovamente a tutta una serie di diritti basilari come il voto, l'accesso a mutui e prestiti bancari, il possesso di carte di credito, la possibilità di lavorare per gli enti pubblici e di concorrere a cariche elettive, solo per citarne alcuni.


Biden ha chiarito che si tratta anche di un atto simbolico per equilibrare un sistema giudiziario che penalizza soprattutto le minoranze etniche quando si tratta di reati legati alla cannabis, e ha invitato i governatori di tutti gli stati dell'Unione a fare lo stesso per quanto riguarda i reati statali su cui lui non può intervenire.


Quello del Presidente è un atto apprezzabile, persino necessario, esattamente come quello dello scorso anno, e quindi da approvare senza mezzi termini. La verità, però, è che non ce ne dovrebbe essere bisogno, né delle grazie né dell'appello. È piuttosto evidente che ciò di cui l'America ha bisogno è una legge federale che legalizzi e regoli il consumo e la vendita di cannabis in tutto il territorio federale.


In un paese che generalmente raccontiamo come estremamente diviso, infatti, il consenso verso una piena legalizzazione della marijuana è largamente trasversale. Il 70% degli americani oggi si dichiara favorevole, il dato più alto mai registrato, e oltre il 17% di questi dichiara apertamente di fare uso di cannabis e suoi derivati.


Nonostate la larghissima maggioranza degli americani - repubblicani o democratici, del nord o del sud, delle coste o degli stati centrali, ricchi o poveri, istruiti o meno - sia quindi favorevole a questa riforma, il Congresso non sembra intenzionato a intervenire in alcun modo. Non solo non esiste al momento una proposta di legge unica e con ampio sostegno da parte di nessuna componente del Parlamento USA, ma persino piccoli provvedimenti di buon senso legati alla realtà della vendita e del consumo legali di cannabis sono fermi al palo.

Un esempio su tutti il cosiddetto SAFE Banking Act, una proposta di legge che semplicemente stabilisce che le banche che ospitano i conti delle aziende che legalmente vendono marijuana negli stati dove questo è consentito non possono essere perseguite a livello federale. Sì, perché ad oggi se aprite un negozio per la vendita di cannabis in Colorado è probabile che siate costretti ad operare unicamente in contanti, perché nessuna banca vorrà farvi aprire un conto - figuriamoci farvi un prestito - per non rischiare di vedersi punita a livello federale per riciclaggio e favoreggiamento. Un'assurdità che il Congresso non è stato in grado di sanare negli ultimi 5 anni, dove varie proposte di legge sul tema sono rimaste al palo, lo stesso destino che secondo tutti gli esperti di Washington subirà anche il SAFE Banking Act nonostante un sondaggio dello scorso anno abbia mostrato come solo 2 americani su 10 sarebbero contrari alla sua approvazione.


Verrebbe quindi da dire "beato il paese che non ha bisogno di grazie presidenziali", poi però lo sguardo volge al nostro, di paese, dove l'intergruppo parlamentare sulla cannabis è miseramente fallito ormai due legislature fa e dove da allora l'argomento è totalmente caduto nel dimenticatoio - per la politica istituzionale - e improvvisamente il gesto di Biden assume tutt'altra portata. E quindi bravo Joe, avercene.

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