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  • Immagine del redattoreBeatrice Brignone

La ricchezza delle contaminazioni e i muri di Valditara


Nella mia classe di 25 studenti e studentesse, 13 non hanno nazionalità italiana. La maggior parte sono nati e cresciuti qua, alcuni di loro non hanno mai visitato il Paese di origine della famiglia di cui non sanno quasi nulla.

Una studentessa doveva partire domenica prossima per la gita a Parigi, ma non partirà, perché la carta di identità valida per l’espatrio, chiesta a gennaio, arriverà, come una beffa, lunedì. Dopo più di due mesi.

Perché lei, che è italiana dalla nascita e non può essere altro che italiana, ha un sacco di ostacoli in più, per quel “nigeriana” scritto all’atto di nascita, in un ospedale italiano.

Le sue compagne di classe hanno iniziato il Ramadan ieri. Oggi mentre alcune raccontavano del primo giorno “che è facile”, piano piano altre si avvicinavano, anche le più riservate, per aprire una piccola porta nella loro esistenza e permettermi di entrare. Alcune sono determinate a finirlo, un’altra spera di fare meglio dello scorso anno, un’altra è triste di non farlo perché la salute non glielo permette, altre mi raccontano la ritualità di questi giorni e la bellezza della condivisione di momenti tanto intensi.

Due di loro sono marocchine, ho detto che ho in programma un giro a Marrakech con le amiche. Mezz’ora dopo mi hanno portato un piano di viaggio preparato da loro, dai luoghi da visitare, ai locali “imperdibili”.

“E prof…se poi ha dei problemi, mi chiami, che la metto in contatto con mio cognato che abita a due passi dal centro!”

Io non lo so cosa diavolo ha in testa Valditara quando parla di classi separate per gli stranieri.

Ma so, che mentre chi decide delle loro vite, alza muri e ostacoli, queste ragazze sono piene di ricchezza che dovremmo sapere cogliere.

E si, ci sono tanti problemi per cui spesso siamo impreparati e senza risorse, ma chi blatera di separatismi, dovrebbe prima vivere quanta bellezza c’è nella contaminazione in classe. E quanta pace.

Ramandan Mubarak.

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