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  • Immagine del redattoreRedazione People

Minacce in libreria, eccolo il “diritto all’odio”

È con rabbia e preoccupazione che riportiamo la denuncia arrivataci da Arianna ed Elisa della Libreria Il Mosaico di Imola, vittime oggi dell'aggressione di un fanatico che ha fatto irruzione nella loro libreria e ha vigliaccamente atteso che fossero sole per vomitare la sua spazzatura omofoba su di loro, per poi minacciarle.

La "colpa" di cui si sarebbero macchiate? Diffondere libri che propongono l'inclusività e il rispetto per le differenze.


Eccolo, il "diritto all'odio" di cui farnetica da qualche giorno il generale Vannucci. Eccola, la libertà di espressione che la destra rivendica.

La negazione della Costituzione della società che su essa si fonda, cui ha fatto riferimento il Presidente Mattarella proprio ieri, e che suona oggi più che mai come un monito contro una deriva che parte da lontano, ma che sta prendendo un'accelerazione che non può che preoccupare.


Siamo orgogliosi che tra i libri all'indice degli odiatosi ci siano quelli di People, e siamo grati alle molte realtà che come Il Mosaico ci aiutano a diffonderle. A Elisa e Arianna vogliamo dire che non sono sole, saremo sempre al loro fianco, a batterci per una società più giusta, più aperta, in difesa dell'unica vera libertà, quella dall'odio e dall'indifferenza.


Ecco la denuncia che la libreria ha postato sulla sua pagina Facebook e condiviso con noi:




«ADESSO BASTA!

SIAMO STATE MINACCIATE.

Oggi un uomo è entrato e ha iniziato a leggere un passaggio della Bibbia dove Dio punisce tutti quelli che non credono che l'unico e possibile amore sia quello tra uomo e donna.

Con voce molto alta e alterata ci ha aggredite verbalmente dicendo che siamo delle pervertite e che la nostra libreria è perversa perché vendiamo libri inclusivi, che parlano di tutte le forme di famiglia e di tutte le forme d'amore.

Per questo secondo lui siamo responsabili della depravazione della società e dei bambini, e Dio punirà noi e la nostra libreria per aver diffuso un morbo nella città di Imola, in cui a detta sua queste cose non sono gradite.

Ci ha tenuto poi a precisare, che il gruppo di cui fa parte ci osserva e ci farà pagare delle conseguenze.

Noi siamo spaventate da tutta questa violenza e dalle minacce ricevute. Abbiamo sporto denuncia, ma vogliamo raccontarvi questo fatto perché non è possibile che ad oggi succedano queste cose.»


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