top of page
  • Immagine del redattoreFranz Foti

Perché abolire Alternative für Deutschland non sarà facile

Aggiornamento: 27 gen


Ossigeno è un blog, ma anche una rivista trimestrale: è in uscita il numero 14, Homeless, dedicato al tema della casa. Se ti piacciono i nostri articoli, acquistala o abbonati cliccando qui.


Avrete quasi certamente letto o sentito delle proteste che nel weekend si sono tenute in molte città tedesche, con oltre un milione e mezzo di cittadine e cittadini che sono scesi in piazza contro il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), in costante ascesa nei sondaggi politici in Germania.


In molti nel corso delle manifestazioni dei giorni scorsi hanno chiesto l’abolizione della formazione politica, accusata (giustamente) di neonazismo. E se queste sono quasi certamente le più grandi proteste da molti anni a questa parte per il risorgere della destra in Germania, negli 11 anni di vita di AfD non è certo la prima volta che se ne invoca la chiusura, anche se i diversi (timidi) tentativi in questo senso non sono mai andati a buon fine, né per la verità si sono mai nemmeno avvicinati all’obiettivo.

E nonostante l’ondata di sdegno di questi giorni, in seguito alla pubblicazione di un piano segreto di AfD che prevederebbe la deportazione di milioni di rifugiati e immigrati dal suolo tedesco se il partito di estrema destra dovessi arrivare al potere, appare improbabile che si possa fermare per via legale questa banda di nazi. Com’è possibile, vi starete chiedendo? 


Partiamo dai precedenti: quello del dossier pubblicato il 10 gennaio dell’organizzazione di giornalismo investigativo Correctiv non è che l’ultimo ennesimo scandalo che coinvolge Alternative für Deutschland.

Solo per citare i più noti, vi basti pensare che negli anni il partito di estrema destra tedesco ha subito due importanti indagini per finanziamento illecito, che hanno mostrato come sin dalla sua creazione AfD sia stato finanziato da una rete aristocratici tedeschi, oltre che da miliardari di estrema destra e (ma guarda un po’) sembrerebbe anche dalla Russia. 

Quello che è certo è che dietro a questa formazione politica che dice di non aver alcun legame col nazismo vecchio o nuovo ci sono un bel po’ di nomi della nobiltà tedesca che di legami col nazismo ne ha avuti eccome. 

Le rivelazioni della prima indagine sui finanziamenti illeciti di AfD ha infatti rivelato già oltre cinque anni fa che la stessa nascita del partito si dovrebbe alle generose tasche dell’ormai scomparso multimiliardario August von Finck jr, che altri non è che il figlio dell’omonimo August von Finck sr, ai più noto come “il banchiere di Hitler”, in quanto finanziatore del partito nazista sin dal 1931. Von Finck è solo il più altisonante dei nomi emersi negli anni tra i finanziatori  - spesso illeciti - di AfD, tra cui compare infatti anche Paul von Oldenburg, principale erede di una delle più antiche famiglie regnanti d’Europa, noto animatore di think tank di estrema destra su scala continentale e cugino di Beatrix Von Storch, anch’essa erede degli Oldenburg, parlamentare e già vicecapogruppo al Bundestag di Alternative für Deutschland, nonché nipote del ministro delle finanze di Hitler Lutz Schwerin von Krosigk, ultimo cancelliere del Reich dal 2 al 23 maggio del ’45.

Benché sia emerso chiaramente che per lo meno Von Finck ha finanziato illegalmente AfD sin dalla sua nascita tramite fondazioni e varie formulazioni societarie, e di averlo fatto per decine di milioni di euro, il partito di estrema destra se l’è cavata con poco più di un buffetto. Nel corso delle indagini i giudici hanno ammesso come prova di fatto solo i 132mila euro che il miliardario Henning Conle avrebbe donato illegalmente alla leader di AfD Alice Weidel, il che ha portato a una sanzione di 500mila euro e nessuna conseguenza politica né per per Weidel né per il suo partito. 

Storia simile è quella del fantomatico viaggio a Mosca del 2017 dell’allora leader Petry e di un generoso codazzo di parlamentari e funzionari di AfD, di cui non sono mai emersi i finanziatori né le finalità, ma viste le posizioni storicamente e anche recentemente filo-putiniane della formazione di estrema destra, non credo avremo difficoltà a colmare i buchi da soli.

Un po’ più inquietante è invece il terzo degli scandali che hanno coinvolto Alternative für Deutschland. Nel dicembre 2022 le forze dell’ordine e i servizi di intelligence della Germania hanno sventato un tentativo di colpo di Stato volto a rovesciare il governo per instaurare una dittatura di stampo nazista, anzi per meglio dire di re-instaurare il Reich, che secondo i congiurati era ed è ancora l’unico governo legittimo sul suolo germanico. La cospirazione che ha coinvolto decine di persone tra personaggi pubblici, imprenditori, membri dell’aristocrazia continentale europea, ha visto tra le sue figure di spicco l’ex-parlamentare di AfD Birgit Malsack-Winkemann e il principe Heinrich Reuss XIII, famigerato discendente del casato della Turingia noto per il suo antisemitismo e per la sua vicinanza ancora una volta al partito di estrema destra tedesco. Anche in questo caso, però, gli evidenti legami tra questo gruppo di golpisti e AfD non hanno portato ad alcuna conseguenza politica.


Il perché, dopo cotanta premessa, apparirà fin troppo semplicistico, ma è forse proprio per questo la triste realtà della scarsa opposizione che vive oggi il risorgere della destra peggiore in tutta Europa.

  • I potenti legami e i fondi ingenti di cui AfD gode fanno sì che possa molto facilmente difendersi con stuoli di avvocati nelle cause che lo investono, tanto è vero che in due dispute legali con Angela Merkel e con un suo ministro, all’epoca in cui la Cancelliera era una delle donne più potenti del mondo, hanno visto prevalere i neo-nazisti, che hanno potuto sventolare delle sentenze secondo cui le dichiarazioni di condanna di Merkel e di esponenti del suo governo nei confronti di AfD addirittura violavano i diritti politici del partito in questione, essendo fatte in momenti in cui AfD era coinvolto in campagne elettorali a livello locale.

  • AfD è la potente rete dei suoi sostenitori sono diventati negli anni bravissimi a costruire sistemi di scatole cinesi e legami irrintracciabili all’interno della costellazione di sigle di ogni tipo che finanziano le politiche di destra in Europa.

  • Esiste una certa paura ad affrontare di petto Alternative für Deutschland, sia perché il tentativo di escludere il partito neonazista Heimat fu rigettato dalla Corte Costituzionale tedesca nel 2017, sia perché molti analisti e esponenti dell’attuale maggioranza temono ci sia il rischio concreto che questi attacchi facciano salire nei sondaggi AfD, che in caso di un’ennesima vittoria o mancata sconfitta in tribunale risulterebbe ancora più forte e solido agli occhi dell’elettorato.


Eppure le crescenti proteste contro l’ondata di destra che l’affermazione di AfD sembra portare con sé non possono restare inosservate, e se nel “caso Heimat” la Suprema Corte ha ritenuto fosse inutile proibire le attività di un partito che considera ininfluente e di conseguenza innocuo, è molto difficile sostenere questa tesi nel caso di Alternative für Deutschland, non solo perché il peso che già ha al Bundestag e che rischia di avere con le elezioni del prossimo anno rendono questa formazione tutt’altro che ininfluente, ma il tipo armi finanziarie (e quanto pare non solo) a sua disposizione, nonché il modo in cui dice molto chiaramente di volerle usare - non ultima la proposta di un referendum per la Dexit, cioè per l’uscita dall’Europa della Germania - la rendono l’esatto contrario di innocua.

bottom of page