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  • Immagine del redattoreFrancesca Druetti

I bambini, vittime della guerra alle famiglie omogenitoriali



Se non fosse per quella chiusa, "comprati con l'utero in affitto" (chi chiama la gestazione per altri "utero in affitto" si posiziona già senza bisogno di aggiungere altro), questo titolo de La Verità sarebbe un meritorio "mea culpa" e una seppur tardiva assunzione delle proprie responsabilità nelle sofferenze dei minori che vedono le loro famiglie cancellate dalle decisioni di una politica omofoba e fuori dal tempo.

Perché ora che Tiziano Ferro e suo marito stanno divorziando, oltre a tutte le questioni in cui incappa ogni coppia che si separa, oltre ai commenti omofobi sui social per cui un divorzio tra persone omosessuali invaliderebbe tutte le altre unioni tra persone dello stesso, c'è la questione dei loro due figli di fronte alla legge.


Tiziano Ferro ha infatti annunciato che non verrà in Italia per la promozione del suo libro, né per le tappe del suo tour (cosa che, oltre a farci vergognare, dovrebbe anche farci riflettere sul fatto che l'odiosa guerra alle famiglie omogenitoriali ha fatto sfumare le entrate legate a concerti ed eventi) perché non può portare i bambini in Italia con lui. La Stampa riporta che negli Stati Uniti le coppie di nazionalità diversa si trovano spesso di fronte a questa difficoltà: c'è anche la possibilità che i giudici ritirino i passaporti dei bambini per evitare che possano essere portati all'estero da uno dei due genitori. Come se non bastasse, Ferro li dovrebbe portare in Italia, e nel nostro paese il destino dei figli delle coppie omogenitoriali è perennemente in bilico. Infatti, i certificati di nascita dei bambini nati all'estero di coppie omogenitoriali in Italia non vengono trascritti, per precisa volontà del governo che a marzo 2023 ha inviato una circolare a quei Comuni che avevano scelto di trascrivere i certificati di nascita dei bambini e per il vuoto legislativo lasciato dalla legge sulle unioni civili, che aveva sacrificato proprio la parte sui figli delle Famiglie Arcobaleno, e mai rettificato in questi anni.


Il cantante è ben conscio del problema, che aveva già denunciato in una sua intervista a Rolling Stones: "I miei bambini in Italia avrebbero diritto a metà del presidio genitoriale, anche se ci sono due persone che possono prendersi cura di loro. Se stanno male, solo io posso andare al pronto soccorso perché Victor non risulta sul passaporto, il che è aberrante. Al di là dell’essere d’accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri. Quando poi questa cosa prende una faccia, che è quella dei tuoi bimbi, è allora che ti ferisce". Da qui la decisione di non fare ai bambini il passaporto italiano, ma solo quello americano: potendo scegliere, perché mettersi nelle mani di una legislazione che con un tratto di penna cancella i diritti di una famiglia, come quelle delle trentatré coppie di madri di Padova che si sono viste comunicare via lettera che gli atti di nascita che le registrano entrambe sono "illegittimi"? Perché se la circolare governativa si concentra sulle coppie di padri, non va meglio alle madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita. Famiglie che esistono già, bambini e bambine già nate, i cui diritti, la cui felicità e sicurezza sono un campo di battaglia in cui l'omolesbobitransfobia istituzionale sta impazzando, indisturbata dal vuoto legislativo. E quindi il terreno, abbandonato dalla politica (ma non da quella di destra che non fa altro che dire che i problemi della gente sono altri per poi invece accanirsi sul punto) si sposta nei tribunali, per le Famiglie Arcobaleno, per le persone in transizione, per chiunque sia stato lasciato indietro perché non è il momento, perché non è il caso, perché c'è ben altro a cui a pensare. Mentre quegli altri, invece, ci pensavano eccome, a colpi di circolari, Congressi della Famiglia e "Dio, patria e famiglia".

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