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  • Immagine del redattoreSilvia Cavanna

Non è vero che l’Intelligenza Artificiale ci ruba il lavoro



Non è vero che l’Intelligenza Artificiale ci ruba il lavoro, Matteo Salvini ne è l’esempio.

Intervenendo due giorni fa durante il convegno “Intelligenza Artificiale: creatività, etica, diritto e mercato” organizzato dalla senatrice e collega leghista Borgonzoni, ha raccontato di aver provato ad interrogare ChatGPT per farsi scrivere un discorso motivazionale per un appuntamento politico a cui doveva partecipare (il raduno della Lega a Pontida) e di essersi spaventato del risultato: l’IA aveva prodotto un testo “molto più puntuale e senza sgrammaticature” di quello che avrebbe saputo fare lui. Insomma, era poco credibile, il pubblico esperto si sarebbe certamente accorto che qualcosa non andava. Quindi ha stracciato il sermone autogenerato ed è andato a braccio, come ha sempre fatto – perché va bene assecondare il progresso tecnologico, ma questi che arrivano senza nessuna regolamentazione, credendosi meglio di noi, per rubarci il lavoro, anche no (gli agenti intelligenti, intendo).

In un momento di grande fermento nel mondo dell’audiovisivo e della stampa, fra la mobilitazione di attori e sceneggiatori negli Stati Uniti e la causa che il NY Times potrebbe indire contro OpenAI circa il diritto d’autore, Salvini offre al dibattito creatività umana versus creatività artificiale un assist importante proprio nella sua genuinità (per non dire bassezza): l’algoritmo, addestrato su milioni di dati ed informazioni, che potrebbe aver letto centinaia di libri da Harry Potter a 1984, in grado di generare un discorso completo in una manciata di secondi, non saprebbe riprodurre quei colori, quegli accenti e, perché no, anche quegli errori che distinguono l’autore umano dalla sua controparte digitale.

Facciamo una prova.

“All’udienza del Tribunale di Palermo del 6 ottobre, guardando in faccia Richard Gere che arriverà da Hollywood, porterò il sorriso del popolo italiano e del popolo di Pontida. Richard, bacioni! E se ti piacciono, apri le tue ville e portateli tutti a casa tua (non gli agenti intelligenti, NdA)”.

Ammetto che sia difficile, serve l’orecchio dell’intenditore per cogliere le sfumature. Del resto, l’ignoranza non ha mai aiutato nessuno… o forse sì?

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