Ieri il consiglio dei ministri tenuto a Steccato di Cutro si conclude con un nuovo decreto sull’immigrazione. A qualche metro dai corpi ancora nelle bare è venuto alla luce un ulteriore strumento criminalizzante e dannoso. Una messa in scena per dire che qualcosa è stata fatta. Un miscuglio di norme prive di senso.
Il nuovo decreto prevede norme più severe per gli scafisti che secondo il cdm sono sinonimo di trafficanti. Gli “scafisti” - tenetelo a mente, sarà la nuova parola d’ordine del governo dei crudeli - sono la maggior parte delle volte ragazzini migranti, ne scrive qui Stefano Catone per Ossigeno. In sostanza la dichiarazione di Meloni di “cercare gli scafisti sul globo terraqueo” ha la stessa valenza del blocco navale promesso in campagna elettorale. Una dichiarazione vuota e pericolosa.
Al netto degli scafisti ci sono altri insostenibili provvedimenti. Partiamo con i decreti flussi per promuovere le entrate regolari. Diciamolo subito: il decreto flussi non è un canale di ingresso regolare. Quelli sono i corridoi umanitari. Il decreto flussi prevede entrate per lavoro subordinato e corsi di istruzione nei paesi d’origine prima di arrivare in Italia. Funziona secondo la logica del “best and bright”. Si tratta di una selezione dei migranti, come è stato anche dichiarato da Donzelli qualche giorno prima del cdm. Le persone che scappano non hanno una veritiera possibilità di accedere al decreto flussi. Immaginatevi una donna che richiede un visto in Afghanistan e che lì può seguire un corso di specializzazione. O pensate a persone che vengono da luoghi come il Kurdistan o la Palestina. C’è da dire anche che il decreto flussi subordina la persona alla logica lavorativa (sottopagata e flessibile). Non aiuta la libertà di movimento che viene minata dalla stretta al permesso speciale, prevista sempre da questo decreto.
Si continua “ponendo rimedio” agli errori di Piantedosi e Salvini. I due ministri vengono commissariati. Ora la sorveglianza marittima verrà costituita presso il comando in capo della squadra navale definita dal Ministero della difesa. Quindi Crosetto, uomo di Meloni. Il commissariamento risponde alla bufera sui Ministri. Invece rispondere al ministro della Difesa significa avere il potere di utilizzare altre forze per la sorveglianza marittima e significa anche accrescere il nesso migrazione-sicurezza-repressione.
Per concludere, nel cdm di Cutro chiamato simbolicamente nel luogo della strage per dimostrare che il governo c’è, il governo decide di esserci per rimpatriare. Via libera ai CPR che potranno essere realizzati anche in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale. Secondo Gianfranco Schiavone dell’ASGI questo vuol dire che si potranno aprire più facilmente strutture degradanti e inidonee. Abbiamo parlato più volte dei CPR: strutture che non adempiono alla loro funzione ma che sono di fatto delle carceri disumane per persone che non hanno commesso alcun reato.
La crudele ironia è che mentre vengono adottate normative per aumentare il rimpatrio dei vivi, le salme dei morti sono tenute in Italia. A Borgo Panigale per la precisione. I familiari delle vittime non potranno piangere i propri morti nei paesi d’origine. Le prime salme di Cutro sono già state spostate a spese del fondo d’immigrazione. Fondo che “promuove la gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio.” Non c’è pace in vita, ma nemmeno nella morte.
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